The paper discusses the position of Italy during the retreat of the Serbian Army through Albania. Relations between Italy and Serbia in the autumn of 1915 were quite complex and rife with distrust and misunderstandings. Italy and Serbia both had territorial claims to the Eastern coast of Adriatic Sea. The military situation in Serbia led the diplomats of the Entente to put pressure on Italy to open a front in Albania. As Austria-Hungary and Germany announced their intentions to annihilate both Montenegro and Albania in order to crush Serbian resistance, pressure on Italy grew stronger and in December 1915 an Italian expeditionary force arrived in Durrës. From that moment, the Entente naval force was tasked with helping Serbian soldiers and civilians. Brindisi was chosen as the port for the shipment of materials, Durrës/Durazzo and Shëngjin/San Giovanni di Medua as collection centers. Serbian and Montenegrin soldiers and civilian refugees were evacuated in 248 trips, of which 151 were made by Italian ships.

Il saggio analizza il ruolo della Puglia in quella complessa operazione diplomatica, militare e di soccorso che fu la ritirata dell’esercito serbo attraverso l’Albania. Le relazioni tra Italia e Serbia, nell’autunno del 1915, furono piuttosto complesse e movimentate da una serie di questioni e incomprensioni, che rivelavano le aspirazioni dei due paesi nello scacchiere balcanico. Il dibattito governativo e diplomatico su queste questioni fu spezzato improvvisamente dalla capitolazione serba, seguita all'attacco congiunto degli eserciti austriaco, tedesco e bulgaro, iniziato nell'ottobre 1915. I governi e le diplomazie delle potenze dell'Intesa dovettero mettere in campo mezzi e capacità organizzative notevoli per soccorrere e portare in salvo un numero enorme di profughi militari e civili serbi, che, dopo una lunga ed estenuante marcia attraverso un territorio impervio, cercavano salvezza lungo le coste albanesi. Tali operazioni di salvataggio videro impegnate le marine militari di Italia, Francia e Gran Bretagna e furono rese complicate dalle scorribande austriache, che giunsero ad affondare diverse navi miliari e civili. Brindisi fu scelta come porto di raccolta dei rifornimenti, mentre Durazzo e San Giovanni di Medua erano i centri di raccolta. I soldati e i civili serbi e montenegrini furono tratti in salvo grazie a 248 missioni, di cui 151 condotte con navi italiane.

La Puglia e la diplomazia italiana nella "Grande ritirata" dell'esercito serbo in Albania

Federico Imperato
2021-01-01

Abstract

The paper discusses the position of Italy during the retreat of the Serbian Army through Albania. Relations between Italy and Serbia in the autumn of 1915 were quite complex and rife with distrust and misunderstandings. Italy and Serbia both had territorial claims to the Eastern coast of Adriatic Sea. The military situation in Serbia led the diplomats of the Entente to put pressure on Italy to open a front in Albania. As Austria-Hungary and Germany announced their intentions to annihilate both Montenegro and Albania in order to crush Serbian resistance, pressure on Italy grew stronger and in December 1915 an Italian expeditionary force arrived in Durrës. From that moment, the Entente naval force was tasked with helping Serbian soldiers and civilians. Brindisi was chosen as the port for the shipment of materials, Durrës/Durazzo and Shëngjin/San Giovanni di Medua as collection centers. Serbian and Montenegrin soldiers and civilian refugees were evacuated in 248 trips, of which 151 were made by Italian ships.
2021
9788894969382
Il saggio analizza il ruolo della Puglia in quella complessa operazione diplomatica, militare e di soccorso che fu la ritirata dell’esercito serbo attraverso l’Albania. Le relazioni tra Italia e Serbia, nell’autunno del 1915, furono piuttosto complesse e movimentate da una serie di questioni e incomprensioni, che rivelavano le aspirazioni dei due paesi nello scacchiere balcanico. Il dibattito governativo e diplomatico su queste questioni fu spezzato improvvisamente dalla capitolazione serba, seguita all'attacco congiunto degli eserciti austriaco, tedesco e bulgaro, iniziato nell'ottobre 1915. I governi e le diplomazie delle potenze dell'Intesa dovettero mettere in campo mezzi e capacità organizzative notevoli per soccorrere e portare in salvo un numero enorme di profughi militari e civili serbi, che, dopo una lunga ed estenuante marcia attraverso un territorio impervio, cercavano salvezza lungo le coste albanesi. Tali operazioni di salvataggio videro impegnate le marine militari di Italia, Francia e Gran Bretagna e furono rese complicate dalle scorribande austriache, che giunsero ad affondare diverse navi miliari e civili. Brindisi fu scelta come porto di raccolta dei rifornimenti, mentre Durazzo e San Giovanni di Medua erano i centri di raccolta. I soldati e i civili serbi e montenegrini furono tratti in salvo grazie a 248 missioni, di cui 151 condotte con navi italiane.
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