Una varietà di pratiche di educazione ambientale emergenti affrontano le esigenze che si legano sempre più a contesti che sono anche urbani. Tali pratiche diventano sempre più importanti soprattutto se si considera che nel 2008 (Seto et al., 2010; Crossette, 2010) la popolazione urbana del mondo ha superato quella rurale e, secondo le stime dell'ONU, nel 2030 il 60% degli otto miliardi di abitanti del pianeta vivrà in città. Frank et al. (1994) riconoscono come l'educazione ambientale urbana abbia gli stessi obiettivi della tradizionale educazione ambientale: incoraggiare la consapevolezza, la conoscenza, la formazione degli atteggiamenti, lo sviluppo delle competenze e partecipazione alla soluzione dei problemi ambientali, ma è unica perché avviene nelle aree urbane, con i cittadini urbani e si occupa di sistemi e problemi ambientali urbani. Il presente contributo descrive l’esperienza che si sta implementando a Bari, presso il Parco Urbano di Lama Balice. Esso rappresenta una straordinaria opportunità naturale e bio-diversa all’interno di una zona fortemente antropizzata e infrastrutturale come la città metropolitana di Bari. Come cuore verde della città, il Parco è considerato un potente "anticorpo" sia perché esso è corridoio ecologico per specie vegetali o animali, sia perché in esso vengono implementate, attraverso il Centro di Educazione Ambientale, attività per le scuole, le associazioni, ricercatori e naturalisti del territorio. Il modello di eco-network rappresentato da Lama Balice è straordinario e strategico per lo sviluppo di una città come Bari: da un lato come area territoriale da migliorare, qualificarsi e caratterizzare, organizzando sentieri e esperienze naturali per i residenti e per i turisti; dall'altro lato come ecosistema in grado di ottenere un riequilibrio ecologico, produttivo e comunitario all'interno della città.
Percorsi di Educazione Ambientale Urbana: il case study del Parco urbano di Lama Balice
Calvano Gabriella
;Colao Marcello;Tarsitano Elvira
2019-01-01
Abstract
Una varietà di pratiche di educazione ambientale emergenti affrontano le esigenze che si legano sempre più a contesti che sono anche urbani. Tali pratiche diventano sempre più importanti soprattutto se si considera che nel 2008 (Seto et al., 2010; Crossette, 2010) la popolazione urbana del mondo ha superato quella rurale e, secondo le stime dell'ONU, nel 2030 il 60% degli otto miliardi di abitanti del pianeta vivrà in città. Frank et al. (1994) riconoscono come l'educazione ambientale urbana abbia gli stessi obiettivi della tradizionale educazione ambientale: incoraggiare la consapevolezza, la conoscenza, la formazione degli atteggiamenti, lo sviluppo delle competenze e partecipazione alla soluzione dei problemi ambientali, ma è unica perché avviene nelle aree urbane, con i cittadini urbani e si occupa di sistemi e problemi ambientali urbani. Il presente contributo descrive l’esperienza che si sta implementando a Bari, presso il Parco Urbano di Lama Balice. Esso rappresenta una straordinaria opportunità naturale e bio-diversa all’interno di una zona fortemente antropizzata e infrastrutturale come la città metropolitana di Bari. Come cuore verde della città, il Parco è considerato un potente "anticorpo" sia perché esso è corridoio ecologico per specie vegetali o animali, sia perché in esso vengono implementate, attraverso il Centro di Educazione Ambientale, attività per le scuole, le associazioni, ricercatori e naturalisti del territorio. Il modello di eco-network rappresentato da Lama Balice è straordinario e strategico per lo sviluppo di una città come Bari: da un lato come area territoriale da migliorare, qualificarsi e caratterizzare, organizzando sentieri e esperienze naturali per i residenti e per i turisti; dall'altro lato come ecosistema in grado di ottenere un riequilibrio ecologico, produttivo e comunitario all'interno della città.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.