Ormai da qualche anno, il racconto di viaggio al femminile, soprattutto quello del XIX secolo, attira molto l'attenzione della critica e dei lettori. Il processo di acquisizione di strumenti critici per leggere, analizzare e interpretare la letteratura di viaggio delle donne porta spesso all'individuazione di alcuni concetti chiave quali la dialettica staticità-mobilità e oikos-sconfinamento, visti nel contesto della storia delle donne e delle trasformazioni sociali. La maggior parte degli studi teorici sul viaggio e sulla sua storia rinviano inesorabilmente al paradigma Ulisse-Penelope, a indicare che fin dalle origini la mobilità è stata associata al maschile e la staticità al femminile. Ora, quando si pensa alla donna del XIX secolo, non è certo l'immagine di un essere in movimento che viene in mente poiché la viaggiatrice, per la sua attività itinerante, contravviene ai codici sociali che ancorano la donna all'interno della sfera privata. Se la viaggiatrice di questo secolo, quindi, si libera di tali "interdetti" per poter viaggiare, ne fa menzione nel suo racconto; e in effetti il disagio ch'ella prova di fronte al comportamento che la società si aspetta da lei segna in modo evidente il racconto di viaggio al femminile in cui il lettore legge la continua giustificazione dell'autrice non solo del perché compie il viaggio ma anche della scrittura e della pubblicazione del racconto stesso. Questo articolo si propone di indagare come Olympe Audouard, scrittrice viaggiatrice e femminista francese del XIX secolo, attraverso il racconto dei suoi viaggi in Oriente, in Russia e in America cercò di aggirare il problema della differenza sessuale in Francia attraverso la narrazione della condizione della donna orientale oppressa. In questo modo, l'associazione di donna-terra incognita che ritroviamo all'interno dei suoi racconti di viaggio non solo rafforza il senso del dominio del maschile sul femminile, ma sembra anche rappresentare il legame di subordinazione tra uomo e donna, colonizzatore e colonizzato.

Scritture di viaggio al femminile: il femminismo "borghese " di Olympe Audouard

Ylenia de luca
2022-01-01

Abstract

Ormai da qualche anno, il racconto di viaggio al femminile, soprattutto quello del XIX secolo, attira molto l'attenzione della critica e dei lettori. Il processo di acquisizione di strumenti critici per leggere, analizzare e interpretare la letteratura di viaggio delle donne porta spesso all'individuazione di alcuni concetti chiave quali la dialettica staticità-mobilità e oikos-sconfinamento, visti nel contesto della storia delle donne e delle trasformazioni sociali. La maggior parte degli studi teorici sul viaggio e sulla sua storia rinviano inesorabilmente al paradigma Ulisse-Penelope, a indicare che fin dalle origini la mobilità è stata associata al maschile e la staticità al femminile. Ora, quando si pensa alla donna del XIX secolo, non è certo l'immagine di un essere in movimento che viene in mente poiché la viaggiatrice, per la sua attività itinerante, contravviene ai codici sociali che ancorano la donna all'interno della sfera privata. Se la viaggiatrice di questo secolo, quindi, si libera di tali "interdetti" per poter viaggiare, ne fa menzione nel suo racconto; e in effetti il disagio ch'ella prova di fronte al comportamento che la società si aspetta da lei segna in modo evidente il racconto di viaggio al femminile in cui il lettore legge la continua giustificazione dell'autrice non solo del perché compie il viaggio ma anche della scrittura e della pubblicazione del racconto stesso. Questo articolo si propone di indagare come Olympe Audouard, scrittrice viaggiatrice e femminista francese del XIX secolo, attraverso il racconto dei suoi viaggi in Oriente, in Russia e in America cercò di aggirare il problema della differenza sessuale in Francia attraverso la narrazione della condizione della donna orientale oppressa. In questo modo, l'associazione di donna-terra incognita che ritroviamo all'interno dei suoi racconti di viaggio non solo rafforza il senso del dominio del maschile sul femminile, ma sembra anche rappresentare il legame di subordinazione tra uomo e donna, colonizzatore e colonizzato.
2022
978-88-32193-86-2
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/402470
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