Secondo un approccio seguito già da molti giuristi romani, la legislazione matrimoniale augustea è trattata in svariate fonti e lavori scientifici come un unico corpo normativo, denominato “lex Iulia et Papia”. Nondimeno, come è noto, Augusto cercò, invero faticosamente, di portare a termine la sua riforma a mezzo di due leges ben distinte, la lex Iulia de maritandis ordinibus del 18 a.C. e la lex Papia Poppaea del 9 d.C. Il presente studio mira a capire, in una prospettiva prevalentemente storica, se, in quale misura e per quali motivi la lex Papia abbia modificato la lex Iulia. La ricerca è divisa in due parti intimamente connesse tra loro. Nella prima si è cercato di ricostruire, in un’ottica diacronica, anche alla luce dei dati ricavabili dall’iscrizione recentemente scoperta recante il testo della lex municipii Troesmensium, la travagliata storia dell’emanazione delle due leges. Nella seconda parte si è proceduto ad analizzare da vicino e con lenti diverse rispetto a quelle impiegate in passato quei passi del liber singularis regularum pseudoulpianeo in cui, talora incidentalmente, talaltra diffusamente e specificamente, è trattata la materia in questione. Espressione del pensiero giuridico classico- proculiano, quest’ultima opera, a differenza dei vari commentari ad “legem Iuliam et Papiam” conservati in maniera frammentaria nel Digesto e di altri lavori tramandati al di fuori di esso, su tutti le Istituzioni di Gaio, nei quali è restituito in maniera indistinta il diritto vigente secondo la “lex Iulia et Papia”, è orientata alle singole disposizioni delle due leges, che spesso vengono riportate nel loro dettato originale. Ciò, unitamente alla considerazione delle regole di derogazione fissate al principio dell’opera, consente di capire, talvolta con estrema precisione, la natura e l’entità delle modifiche eventualmente apportate dalla lex Papia alla lex Iulia.
Intra ‘legem Iuliam et Papiam’. Die Entwicklung des augusteischen Eherechts im Spiegel der Rechtsquellenlehren der klassischen Zeit
Filippo Bonin
2020-01-01
Abstract
Secondo un approccio seguito già da molti giuristi romani, la legislazione matrimoniale augustea è trattata in svariate fonti e lavori scientifici come un unico corpo normativo, denominato “lex Iulia et Papia”. Nondimeno, come è noto, Augusto cercò, invero faticosamente, di portare a termine la sua riforma a mezzo di due leges ben distinte, la lex Iulia de maritandis ordinibus del 18 a.C. e la lex Papia Poppaea del 9 d.C. Il presente studio mira a capire, in una prospettiva prevalentemente storica, se, in quale misura e per quali motivi la lex Papia abbia modificato la lex Iulia. La ricerca è divisa in due parti intimamente connesse tra loro. Nella prima si è cercato di ricostruire, in un’ottica diacronica, anche alla luce dei dati ricavabili dall’iscrizione recentemente scoperta recante il testo della lex municipii Troesmensium, la travagliata storia dell’emanazione delle due leges. Nella seconda parte si è proceduto ad analizzare da vicino e con lenti diverse rispetto a quelle impiegate in passato quei passi del liber singularis regularum pseudoulpianeo in cui, talora incidentalmente, talaltra diffusamente e specificamente, è trattata la materia in questione. Espressione del pensiero giuridico classico- proculiano, quest’ultima opera, a differenza dei vari commentari ad “legem Iuliam et Papiam” conservati in maniera frammentaria nel Digesto e di altri lavori tramandati al di fuori di esso, su tutti le Istituzioni di Gaio, nei quali è restituito in maniera indistinta il diritto vigente secondo la “lex Iulia et Papia”, è orientata alle singole disposizioni delle due leges, che spesso vengono riportate nel loro dettato originale. Ciò, unitamente alla considerazione delle regole di derogazione fissate al principio dell’opera, consente di capire, talvolta con estrema precisione, la natura e l’entità delle modifiche eventualmente apportate dalla lex Papia alla lex Iulia.File | Dimensione | Formato | |
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