Le epistole di Francesco Pucci, da tempo note agli studiosi dell’umanesimo napoletano nonché fiorentino, e ancora affidate per lo più ai manoscritti originali che le tramandano sono state lette e scandagliate nel contesto di questo saggio col preciso intento di cogliere tracce dei rapporti culturali tra Napoli e Firenze nella seconda metà del Quattrocento. Guardando ad una futura edizione della intera corrispondenza di questo intellettuale, maestro di retorica a Napoli e bibliotecario di Ferrante, si sono prese in considerazione solo le epistole che egli scambiò con il suo amico Bernardo Michelozzi, cui a Firenze era stata affidata l’educazione di Giovanni de’ Medici, il futuro papa Leone X. I frammenti della vita intellettuale napoletana, che a velocissimi tratti si materializzano tra le righe del Pucci, permettono di profilare il percorso intellettuale di questo personaggio che giunge nella città del Pontano, come ‘discepolo’ del Poliziano, e riesce – vinte le iniziali ostilità dell’ambiente accademico partenopeo – a costruirsi un ruolo non solo nello studio e a corte, ma anche all’interno dell’Accademia. Il contributo è fondante rispetto all’impresa, per altro in corso, dell’edizione critica di questi testi.
Un corrispondente fiorentino da Napoli: Francesco Pucci
CORFIATI, CLAUDIA
2011-01-01
Abstract
Le epistole di Francesco Pucci, da tempo note agli studiosi dell’umanesimo napoletano nonché fiorentino, e ancora affidate per lo più ai manoscritti originali che le tramandano sono state lette e scandagliate nel contesto di questo saggio col preciso intento di cogliere tracce dei rapporti culturali tra Napoli e Firenze nella seconda metà del Quattrocento. Guardando ad una futura edizione della intera corrispondenza di questo intellettuale, maestro di retorica a Napoli e bibliotecario di Ferrante, si sono prese in considerazione solo le epistole che egli scambiò con il suo amico Bernardo Michelozzi, cui a Firenze era stata affidata l’educazione di Giovanni de’ Medici, il futuro papa Leone X. I frammenti della vita intellettuale napoletana, che a velocissimi tratti si materializzano tra le righe del Pucci, permettono di profilare il percorso intellettuale di questo personaggio che giunge nella città del Pontano, come ‘discepolo’ del Poliziano, e riesce – vinte le iniziali ostilità dell’ambiente accademico partenopeo – a costruirsi un ruolo non solo nello studio e a corte, ma anche all’interno dell’Accademia. Il contributo è fondante rispetto all’impresa, per altro in corso, dell’edizione critica di questi testi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.