Verso un nuovo assetto internazionale sul piano economico-finanziario: la posizione della Santa Sede

Towards a New International Economic-Financial Structure: The Role of the Holy See It is hard to summarise a contribution that is linked to other previous works on the serious issue of debt and its implications. The Holy See’s position on the possibility of a new international economic and financial order is based on a renewed vision of the concept of ‘force of law’ which, in this area, means enhancing the value of multilateral Organisms, in particular the United Nations. However, the Catholic doctrine of a publica auctoritas universalis is not necessarily identifiable, as a final goal, with this Organisation. This is the standpoint of all the Roman Pontiffs, from John XXIII to Benedict XVI and Francis. With particular regard to the debt of poor countries, the Holy See supports the efforts of some renowned jurists who, given the continuing economic and financial crisis at a global level, hope that the General Assembly of the United Nations will come to formulate the much hoped-for request for a consultative opinion to the International Court of Justice on the principles and rules applicable to international debt, as well as to public and private debt. Although legitimate debt must be honoured, nonetheless it is not possible to ignore the usurocratic structure of the planetary economy, which is responsible for the exponential growth of poverty worldwide. The objective is to remove the causes of the continuing violations of the general principles of law as well as human and peoples’ rights, which are cogent, as resulting especially from the Charter of Sant’Agata de’ Goti – Declaration on Usury and International Debt (1997) and important Resolutions of the General Assembly itself, first and foremost Resolution 69/319 of September 10th, 2015, on “Basic Principles on Sovereign Debt Restructuring Processes”.

Verso un nuovo assetto economico-finanziario internazionale: il ruolo della Santa Sede. È difficile riassumere un contributo che si ricolleghi ad altri lavori precedenti sul grave problema del debito e delle sue implicazioni. La posizione della Santa Sede sulla possibilità di un nuovo ordine economico e finanziario internazionale si basa su una rinnovata visione del concetto di "forza di diritto" che, in questo ambito, significa valorizzare gli Organismi multilaterali, in particolare le Nazioni Unite. Tuttavia, la dottrina cattolica di una publica auctoritas universalis non è necessariamente identificabile, come fine ultimo, con questa Organizzazione. Questo è il punto di vista di tutti i Romani Pontefici, da Giovanni XXIII a Benedetto XVI e Francesco. Con particolare riguardo al debito dei Paesi poveri, la Santa Sede sostiene gli sforzi di alcuni rinomati giuristi che, dato il perdurare della crisi economica e finanziaria a livello globale, auspicano che l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite giunga a formulare la tanto auspicata richiesta di un parere consultivo alla Corte Internazionale di Giustizia sui principi e le regole applicabili al debito internazionale, nonché al debito pubblico e privato. Sebbene il debito legittimo debba essere onorato, tuttavia non è possibile ignorare la struttura usurocratica dell'economia planetaria, responsabile della crescita esponenziale della povertà in tutto il mondo. L'obiettivo è quello di rimuovere le cause delle continue violazioni dei principi generali del diritto e dei diritti dell'uomo e dei popoli, che sono cogenti, come risulta in particolare dalla Carta di Sant'Agata de' Goti – Dichiarazione sull'usura e il debito internazionale (1997) e da importanti risoluzioni della stessa Assemblea Generale, prima fra tutte la Risoluzione 69/319 del 10 settembre 2015, sui "Principi di base sui processi di ristrutturazione del debito sovrano"