Il progetto interdisciplinare ‘Egnazia: dallo scavo alla valorizzazione’, organizzato dal Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica dell’Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’, dedica da tempo particolare attenzione all’isolato che chiude a sud l’area del Foro di Egnazia, dove sono stati individuati e studiati prima le terme pubbliche e poi una casa a peristilio attigua alle terme. Dal 2015 ad oggi l’indagine è stata estesa ad un settore adiacente dello stesso isolato in cui è emerso un palinsesto particolarmente articolato che viene presentato per la prima volta in maniera organica. Tra il VI e il III sec. a.C. questo settore accoglie un nucleo dell’abitato indigeno, il primo indagato ad Egnazia con lo scavo stratigrafico, che è caratterizzato da un’ampia abitazione e dalla sua area funeraria. Sui resti di questo complesso, nella prima metà del II sec. a.C. è costruita una ricca domus ad atrio, che accompagna la vicenda della città fino alla fine del IV sec. d.C., quando l’area viene acquisita dall’autorità ecclesiastica per realizzare un edificio religioso. La sequenza permette di leggere con elementi nuovi continuità e trasformazioni urbane, non solo nelle modalità di occupazione, ma anche nel ‘paesaggio culturale’ a cui rimandano la maniera di abitare, i culti, il rapporto tra spazio dei vivi, spazio dei morti e spazio per la divinità.

Un nuovo palinsesto nell’insula a sud del foro di Egnazia: da abitazione indigena a domus del municipio e ad edificio religioso nella città del vescovo

Gianluca Mastrocinque
2022-01-01

Abstract

Il progetto interdisciplinare ‘Egnazia: dallo scavo alla valorizzazione’, organizzato dal Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica dell’Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’, dedica da tempo particolare attenzione all’isolato che chiude a sud l’area del Foro di Egnazia, dove sono stati individuati e studiati prima le terme pubbliche e poi una casa a peristilio attigua alle terme. Dal 2015 ad oggi l’indagine è stata estesa ad un settore adiacente dello stesso isolato in cui è emerso un palinsesto particolarmente articolato che viene presentato per la prima volta in maniera organica. Tra il VI e il III sec. a.C. questo settore accoglie un nucleo dell’abitato indigeno, il primo indagato ad Egnazia con lo scavo stratigrafico, che è caratterizzato da un’ampia abitazione e dalla sua area funeraria. Sui resti di questo complesso, nella prima metà del II sec. a.C. è costruita una ricca domus ad atrio, che accompagna la vicenda della città fino alla fine del IV sec. d.C., quando l’area viene acquisita dall’autorità ecclesiastica per realizzare un edificio religioso. La sequenza permette di leggere con elementi nuovi continuità e trasformazioni urbane, non solo nelle modalità di occupazione, ma anche nel ‘paesaggio culturale’ a cui rimandano la maniera di abitare, i culti, il rapporto tra spazio dei vivi, spazio dei morti e spazio per la divinità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/401935
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