Il contributo mira a colmare una lacuna negli studi in materia e delinea, attraverso la ricognizione e l’analisi delle occorrenze del termine paelex nei testi letterari, i tratti connotativi e caratterizzanti, la cifra romana di questa figura femminile e le prevedibili dinamiche innescate da questa presenza estranea rispetto alla dimensione di coppia marito/moglie. L’analisi si è avvalsa degli strumenti filologici e linguistico - testuali e di un approccio metodologico interdisciplinare tra letteratura latina, diritto romano, antropologia del mondo antico, per definire la specificità semantica di questo termine rispetto alle altre voci sostantivali (concubina, amica) deputate a connotare l’amante di un uomo e per trattegiarne la portata culturale e sociale. Il percorso di ricerca ha preso avvio dalla prima occorrenza del termine in una fonte dalla evocativa cifra sacrale-giuridica quale la lex regia attribuita a Numa, per poi procedure al censimento dei predicate di base di questa figura e delle dinamiche di relazione ad essa sottese in un ampio e diversificato ventaglio di generi letterari (commedia, epica, elegia, tragedia, satira, epigramma, oratoria, declamazione, storiografia). Ė emerso quale tratto caratterizzante di questa figura femminile, destinato a replicarsi quasi senza soluzioni di continuità pur nel mutare degli orizzonti temporali e degli steccati di genere, la sua dimensione di alterità rispetto alla sposa legittima e la consequenziale e inevitabile polarizzazione sulla sua persona di un ventaglio di sentimenti oppositivi (rabbia, odio, vendetta) espressione di una irriducibile rivalità declinata al femminile e filtrata dallo sguardo prospettico della moglie. Particolare attenzione è stata riservata al meccanismo di proiezione e, al contempo, di esorcizzazione e sublimazione di tale rivalità nella sfera del mito attraverso la rassicurante trasposizione del ruolo della legittima consorte nella divinità antonomasticamente deputata a ricoprire la stessa posizione nell’universo olimpico: la dea Giunone. Dall’analisi delle testimonianze afferenti al diritto romano, alla letteratura latina e al mito, è emersa la familiarità di questa figura nella cultura romana e, soprattutto, del modello che essa presuppone.
Giunone e la paelex. Dinamiche di un conflitto femminile tra terra e cielo.
Graziana Brescia
2022-01-01
Abstract
Il contributo mira a colmare una lacuna negli studi in materia e delinea, attraverso la ricognizione e l’analisi delle occorrenze del termine paelex nei testi letterari, i tratti connotativi e caratterizzanti, la cifra romana di questa figura femminile e le prevedibili dinamiche innescate da questa presenza estranea rispetto alla dimensione di coppia marito/moglie. L’analisi si è avvalsa degli strumenti filologici e linguistico - testuali e di un approccio metodologico interdisciplinare tra letteratura latina, diritto romano, antropologia del mondo antico, per definire la specificità semantica di questo termine rispetto alle altre voci sostantivali (concubina, amica) deputate a connotare l’amante di un uomo e per trattegiarne la portata culturale e sociale. Il percorso di ricerca ha preso avvio dalla prima occorrenza del termine in una fonte dalla evocativa cifra sacrale-giuridica quale la lex regia attribuita a Numa, per poi procedure al censimento dei predicate di base di questa figura e delle dinamiche di relazione ad essa sottese in un ampio e diversificato ventaglio di generi letterari (commedia, epica, elegia, tragedia, satira, epigramma, oratoria, declamazione, storiografia). Ė emerso quale tratto caratterizzante di questa figura femminile, destinato a replicarsi quasi senza soluzioni di continuità pur nel mutare degli orizzonti temporali e degli steccati di genere, la sua dimensione di alterità rispetto alla sposa legittima e la consequenziale e inevitabile polarizzazione sulla sua persona di un ventaglio di sentimenti oppositivi (rabbia, odio, vendetta) espressione di una irriducibile rivalità declinata al femminile e filtrata dallo sguardo prospettico della moglie. Particolare attenzione è stata riservata al meccanismo di proiezione e, al contempo, di esorcizzazione e sublimazione di tale rivalità nella sfera del mito attraverso la rassicurante trasposizione del ruolo della legittima consorte nella divinità antonomasticamente deputata a ricoprire la stessa posizione nell’universo olimpico: la dea Giunone. Dall’analisi delle testimonianze afferenti al diritto romano, alla letteratura latina e al mito, è emersa la familiarità di questa figura nella cultura romana e, soprattutto, del modello che essa presuppone.File | Dimensione | Formato | |
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