Il lavoro costituisce la prima traduzione italiana, con note di commento dell'opera in prosa di Sidonio Apollinare. Si tratta di 147 epistole divise in nove libri. La traduzione riveste un' importanza notevole nel panorama degli studi sulla Gallia tardoantica perché getta luce sulle nuove situazioni e questioni storiche che caratterizzarono tale regione nel V secolo, prima tra tutte l'avanzare della componente "barbarica" nella società e nella vita politica del tempo. Sidonio Apollinare fu personaggio di rilievo nella Gallia romanizzata del V sec., nonché scrittore particolarmente prolifico, al centro oggi dell’interesse degli studiosi della letteratura latina nella tarda antichità e della storia del cristianesimo in quella delicata fase della storia europea. Gli scritti di Sidonio a noi pervenuti sono nettamente divisi in due settori: il primo, relativo alla produzione poetica, risale agli anni che precedono la sua ordinazione episcopale (470), mentre il secondo, in prosa, è costituito da un ampio epistolario (si tratta di 147 epistole divise in nove libri) che nella sua prima parte comprende anche missive scritte prima del 470. Come è noto, l’epistolografia costituisce il canale obbligato della comunicazione a distanza nel mondo antico, ma è anche il luogo d’incontro virtuale che consente ai suoi fruitori di praticare fruttuosamente un terreno comune di interessi culturali, ideologie e principi, che sono quelli propri della aristocrazia gallica del V secolo, un mondo ormai in via di dissoluzione ma tenacemente e con piena convinzione salvaguardato e difeso, anche in una nuova ottica d’integrazione. Lo scambio di epistole tra Sidonio e i suoi sodales assume una connotazione importante dinanzi alle nuove situazioni e questioni storiche che caratterizzano la Gallia del V secolo, prima fra tutte l’avanzare della componente “barbarica” nella società e nella vita politica del tempo.
Sidonio Apollinare. L'epistolario. Introduzione, traduzione e note a cura di P. Mascoli
Patrizia Mascoli
2021-01-01
Abstract
Il lavoro costituisce la prima traduzione italiana, con note di commento dell'opera in prosa di Sidonio Apollinare. Si tratta di 147 epistole divise in nove libri. La traduzione riveste un' importanza notevole nel panorama degli studi sulla Gallia tardoantica perché getta luce sulle nuove situazioni e questioni storiche che caratterizzarono tale regione nel V secolo, prima tra tutte l'avanzare della componente "barbarica" nella società e nella vita politica del tempo. Sidonio Apollinare fu personaggio di rilievo nella Gallia romanizzata del V sec., nonché scrittore particolarmente prolifico, al centro oggi dell’interesse degli studiosi della letteratura latina nella tarda antichità e della storia del cristianesimo in quella delicata fase della storia europea. Gli scritti di Sidonio a noi pervenuti sono nettamente divisi in due settori: il primo, relativo alla produzione poetica, risale agli anni che precedono la sua ordinazione episcopale (470), mentre il secondo, in prosa, è costituito da un ampio epistolario (si tratta di 147 epistole divise in nove libri) che nella sua prima parte comprende anche missive scritte prima del 470. Come è noto, l’epistolografia costituisce il canale obbligato della comunicazione a distanza nel mondo antico, ma è anche il luogo d’incontro virtuale che consente ai suoi fruitori di praticare fruttuosamente un terreno comune di interessi culturali, ideologie e principi, che sono quelli propri della aristocrazia gallica del V secolo, un mondo ormai in via di dissoluzione ma tenacemente e con piena convinzione salvaguardato e difeso, anche in una nuova ottica d’integrazione. Lo scambio di epistole tra Sidonio e i suoi sodales assume una connotazione importante dinanzi alle nuove situazioni e questioni storiche che caratterizzano la Gallia del V secolo, prima fra tutte l’avanzare della componente “barbarica” nella società e nella vita politica del tempo.File | Dimensione | Formato | |
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