Un lavoro di ricerca che abbia come obiettivo indagare i rapporti tra lo sport attualmente più diffuso e praticato in Italia, quale il calcio e un regime totalitario come quello fascista, può essere affrontato secondo due modalità differenti. Il primo approccio potrebbe privilegiare uno studio comparato delle forme sportive del regime, con l’obiettivo di scoprire quali fattori abbiano permesso al calcio di svilupparsi nelle forme attualmente praticate e di imporsi sulle altre discipline sportive praticate in Italia: una storia sincronica degli sports del nostro paese, la quale, per sua struttura intrinseca, verrebbe a svilupparsi in maniera riduttiva, dal momento che coinvolgerebbe solo parzialmente le strutture del regime fascista, le quali finirebbero con l’essere dunque solo dei temi secondari della ricerca in questione. Un secondo approccio potrebbe sviluppare un confronto, tutt’ora non del tutto affrontato, tra la partita di calcio, intesa per un verso come momento ludico e di aggregazione sociale, per un altro come rito periodico delle classi medie, le stesse che avevano individuato nel fascismo il “nuovo partito”, che avrebbe rappresentato una classe e una società produttrice: queste sarebbero dunque diventate oggetto attivo del processo che il fascismo definì di “fascistizzazione delle masse”, e che avrebbe dovuto condurre alla nascita dell’ “uomo nuovo”.
Lo scudetto con il littorio
Domenico Francesco Antonio Elia
2004-01-01
Abstract
Un lavoro di ricerca che abbia come obiettivo indagare i rapporti tra lo sport attualmente più diffuso e praticato in Italia, quale il calcio e un regime totalitario come quello fascista, può essere affrontato secondo due modalità differenti. Il primo approccio potrebbe privilegiare uno studio comparato delle forme sportive del regime, con l’obiettivo di scoprire quali fattori abbiano permesso al calcio di svilupparsi nelle forme attualmente praticate e di imporsi sulle altre discipline sportive praticate in Italia: una storia sincronica degli sports del nostro paese, la quale, per sua struttura intrinseca, verrebbe a svilupparsi in maniera riduttiva, dal momento che coinvolgerebbe solo parzialmente le strutture del regime fascista, le quali finirebbero con l’essere dunque solo dei temi secondari della ricerca in questione. Un secondo approccio potrebbe sviluppare un confronto, tutt’ora non del tutto affrontato, tra la partita di calcio, intesa per un verso come momento ludico e di aggregazione sociale, per un altro come rito periodico delle classi medie, le stesse che avevano individuato nel fascismo il “nuovo partito”, che avrebbe rappresentato una classe e una società produttrice: queste sarebbero dunque diventate oggetto attivo del processo che il fascismo definì di “fascistizzazione delle masse”, e che avrebbe dovuto condurre alla nascita dell’ “uomo nuovo”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.