Anfora composta da 18 frammenti rinvenuti all’interno del saggio di scavo del sito urbano Palazzo dell Ponti, nei pressi del Mar Piccolo. Distribuiti nella fascia medio-bassa del collo sono presenti tre graffiti realizzati dopo la cottura, molto probabilmente tracciati con l’utilizzo di uno strumento a punta in metallo, provocando un solco abbastanza regolare. Due di questi sono stati segnati in corrispondenza dello spazio frontale dell’anfora rispetto alle anse mentre in un solo caso i graffiti appaiono in corrispondenza dello spazio sormontato da una delle anse. In un caso è leggibile una crux (“croce”) monogrammatica mentre per gli altri due si tratta di lettere maiuscole in greco e in nesso: ΡΛ (?) (rho e lambda ?) e ΧΛ (chi e lambda). Quest’ultimo potrebbe forse riferirsi alla capacità del contenitore calcolata in ξέστοι e rimandare ad una capacità di 30 sextarii ((ξέστοι λ΄)) corrispondenti a circa 16,35 litri. Attribuibile alla famiglia delle Late Roman Amphora 2B è riconducibile alle produzioni egeo-orientali (Chio, Samo, Kounoupi in Argolide, territori di Thespiae e Tanagra e in alcuni siti posti sulla costa del Mar Nero). Era prodotta principalmente per il trasporto del vino con ipotesi di utilizzo/riutilizzo per olio, olive, cereali e resina (mastix).
44. Anfora Late Roman 2
Giacomo Disantarosa
Conceptualization
2022-01-01
Abstract
Anfora composta da 18 frammenti rinvenuti all’interno del saggio di scavo del sito urbano Palazzo dell Ponti, nei pressi del Mar Piccolo. Distribuiti nella fascia medio-bassa del collo sono presenti tre graffiti realizzati dopo la cottura, molto probabilmente tracciati con l’utilizzo di uno strumento a punta in metallo, provocando un solco abbastanza regolare. Due di questi sono stati segnati in corrispondenza dello spazio frontale dell’anfora rispetto alle anse mentre in un solo caso i graffiti appaiono in corrispondenza dello spazio sormontato da una delle anse. In un caso è leggibile una crux (“croce”) monogrammatica mentre per gli altri due si tratta di lettere maiuscole in greco e in nesso: ΡΛ (?) (rho e lambda ?) e ΧΛ (chi e lambda). Quest’ultimo potrebbe forse riferirsi alla capacità del contenitore calcolata in ξέστοι e rimandare ad una capacità di 30 sextarii ((ξέστοι λ΄)) corrispondenti a circa 16,35 litri. Attribuibile alla famiglia delle Late Roman Amphora 2B è riconducibile alle produzioni egeo-orientali (Chio, Samo, Kounoupi in Argolide, territori di Thespiae e Tanagra e in alcuni siti posti sulla costa del Mar Nero). Era prodotta principalmente per il trasporto del vino con ipotesi di utilizzo/riutilizzo per olio, olive, cereali e resina (mastix).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.