Il contributo, attraverso la consideraizoni di casi che vanno dal secolo III all'età contemporanea, verte su una particolare tipologia di epigrafi, definite come 'graffiti' (a prescindere dalla loro effettiva tecnica realizzativa), che si pongono in una sorta di "no man's land" fra epigrafia e paleografia, tra scrittura individuale, privata; e scrittura esposta, destinata in line adi principio ad un collettività. La difficoltà della loro definizione trova un possibile punto d'equilibrio proprio nel loro rapporto simbiotico con i luoghi in cui essi sono tracciati: nel caso dei graffiti la "dimensione spaziale" del reperto epigrafico è portata forse al massimo livello possibile.

Scritture esposte e graffiti. Alcune note di riflessione

FELLE
2022-01-01

Abstract

Il contributo, attraverso la consideraizoni di casi che vanno dal secolo III all'età contemporanea, verte su una particolare tipologia di epigrafi, definite come 'graffiti' (a prescindere dalla loro effettiva tecnica realizzativa), che si pongono in una sorta di "no man's land" fra epigrafia e paleografia, tra scrittura individuale, privata; e scrittura esposta, destinata in line adi principio ad un collettività. La difficoltà della loro definizione trova un possibile punto d'equilibrio proprio nel loro rapporto simbiotico con i luoghi in cui essi sono tracciati: nel caso dei graffiti la "dimensione spaziale" del reperto epigrafico è portata forse al massimo livello possibile.
2022
9788868093365
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/398933
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