Il contributo sviluppa una riflessione sul concetto di fragilità, come esperienza del limite nell’umano e di una mancanza che genera crisi, sfiducia in se stessi e negli altri ed è causa molto spesso, soprattutto nell’attuale temperie pandemica da Covid-19, di una relazionalità incerta e di rapporti sfilacciati. Nell’affrontare questo tema, il contributo, sulla scorta della più qualificata letteratura pedagogica, contempla la possibilità di coniugare due piani, teoretico e pratico. L’analisi teoretica del costrutto della fragilità costituisce, a ben vedere, il primum ontologico di una pedagogia della pietas, resiliente e semplessa, che schiude alla progettualità esistenziale, per una educazione/ formazione tesa alla reciprocità, all’impegno solidale, insomma ispirata ai valori dell’humanitas. Educato a vivere in maniera consapevole la propria finitudine (Ricoeur), l’uomo contemporaneo riscopre nella fragilità la potenzialità di una risorsa, uno spazio resiliente di possibilità e di ricerca di perfettibilità per trascendersi e ridefinirsi a livello identitario, affinché da unum ipse si proietti nel Noi, si apra all’incontro e alla dimensione di cura.
This contribution develops a reflection about the concept of fragility, such as experience of human limits and of a lack that generates crisis, distrust in oneself and in others; moreover, this lack is very often the cause, especially in the current pandemic caused by Covid-19, of an uncertain relationality and frayed relationships. In addressing this topic, the contribution, on the basis of the most qualified pedagogical literature, contemplates the possibility of combining two levels, theoretical and practical. The theoretical analysis of the construct of fragility constitutes, in hindsight, the ontological primum of a resilient and simplex pedagogy of pietas, which opens up to existential planning, for an education/training aimed at reciprocity and solidarity commitment: in short, inspired by values of humanitas. Educated to consciously live his own finitude (Ricoeur), contemporary man rediscovers the potential of a resource in fragility, a resilient space of possibilities and search for perfectibility to transcend and redefine himself at an identity level, so that, from unum ipse, he projects himself into Us, opening up to encounter and to the dimension of care.
Adriana Schiedi, Crisi pandemica e fragilità esistenziale: quale risposta pedagogica?
A. Schiedi
2022-01-01
Abstract
Il contributo sviluppa una riflessione sul concetto di fragilità, come esperienza del limite nell’umano e di una mancanza che genera crisi, sfiducia in se stessi e negli altri ed è causa molto spesso, soprattutto nell’attuale temperie pandemica da Covid-19, di una relazionalità incerta e di rapporti sfilacciati. Nell’affrontare questo tema, il contributo, sulla scorta della più qualificata letteratura pedagogica, contempla la possibilità di coniugare due piani, teoretico e pratico. L’analisi teoretica del costrutto della fragilità costituisce, a ben vedere, il primum ontologico di una pedagogia della pietas, resiliente e semplessa, che schiude alla progettualità esistenziale, per una educazione/ formazione tesa alla reciprocità, all’impegno solidale, insomma ispirata ai valori dell’humanitas. Educato a vivere in maniera consapevole la propria finitudine (Ricoeur), l’uomo contemporaneo riscopre nella fragilità la potenzialità di una risorsa, uno spazio resiliente di possibilità e di ricerca di perfettibilità per trascendersi e ridefinirsi a livello identitario, affinché da unum ipse si proietti nel Noi, si apra all’incontro e alla dimensione di cura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.