Il processo di globalizzazione e la diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione hanno portato alla strutturazione di un modello di sviluppo nuovo, ma non del tutto sostenibile, in quanto scarsamente equo e non inclusivo. All’interno di questa società che si modifica costantemente, si moltiplicano atteggiamenti discriminatori, fenomeni di esclusione sociale e situazioni di povertà educativa che non possono essere considerati eventi circoscritti esclusivamente alle aree più povere del mondo. La destrutturazione delle barriere legate allo Stato-nazione, infatti, porta oggi alla ridefinizione del concetto di cittadinanza, da declinare secondo un profilo globale e planetario. L’«Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile» (ONU, 2015) rintraccia questo tema e individua nella scuola il contesto principale in grado di supportare l’acquisizione di conoscenze e competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, attraverso un’educazione orientata alla diffusione di una cultura di pace, equa e inclusiva, che punti alla convivenza democratica valorizzando le diversità. Al fine di raggiungere questi obiettivi, gli ambienti scolastici sono chiamati a una ridefinizione dei loro programmi e delle loro azioni educative in virtù di questa nuova concezione dello studente come cittadino del mondo. La presente riflessione cerca di rispondere alle sfide della cittadinanza globale, ponendo al centro il valore della convivenza scolastica e delle relazioni tra pari e con le figure educative, attraverso un percorso che parta dal locale e si serva di questo come ponte per il globale. Si esplorano le trasformazioni del costrutto di cittadinanza secondo la matrice politica planetaria; inoltre, con riferimento all’obiettivo 4 dell’Agenda 2030, si analizza il ruolo della scuola nel rispondere alle numerose sfide collegate alla formazione dei cittadini del presente, secondo una prospettiva educativa collaborativa, verticale, trasversale e transdisciplinare. Infine, si valutano gli elementi pedagogici e si analizzano le possibili strategie in grado di dare senso alle competenze di cittadinanza globale. Partendo dallo spazio della relazione quotidiana nel qui e ora si incoraggia la riflessione sulle sfide della Global Education considerando il presente come laboratorio per il futuro e la classe come “bottega politica” per sperimentare l’agire dell’individuo e il suo relazionarsi agli altri, nella prospettiva del bene comune e della democrazia (Dewey, 1915). L’analisi delle competenze per i cittadini del mondo non può non partire da una riflessione sulla realtà del presente e da qui cercare di ridefinire l’esperienza educativa quotidiana secondo un modello pedagogico che valorizzi la trama sociale e quella politica, così da rendere concreta la missione della scuola quale comunità educante che allena e forma ad una convivenza pacifica e democratica.
Educare alla cittadinanza globale. La classe “bottega politica” tra presente e futuro.
Francesco Pizzolorusso
2021-01-01
Abstract
Il processo di globalizzazione e la diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione hanno portato alla strutturazione di un modello di sviluppo nuovo, ma non del tutto sostenibile, in quanto scarsamente equo e non inclusivo. All’interno di questa società che si modifica costantemente, si moltiplicano atteggiamenti discriminatori, fenomeni di esclusione sociale e situazioni di povertà educativa che non possono essere considerati eventi circoscritti esclusivamente alle aree più povere del mondo. La destrutturazione delle barriere legate allo Stato-nazione, infatti, porta oggi alla ridefinizione del concetto di cittadinanza, da declinare secondo un profilo globale e planetario. L’«Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile» (ONU, 2015) rintraccia questo tema e individua nella scuola il contesto principale in grado di supportare l’acquisizione di conoscenze e competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, attraverso un’educazione orientata alla diffusione di una cultura di pace, equa e inclusiva, che punti alla convivenza democratica valorizzando le diversità. Al fine di raggiungere questi obiettivi, gli ambienti scolastici sono chiamati a una ridefinizione dei loro programmi e delle loro azioni educative in virtù di questa nuova concezione dello studente come cittadino del mondo. La presente riflessione cerca di rispondere alle sfide della cittadinanza globale, ponendo al centro il valore della convivenza scolastica e delle relazioni tra pari e con le figure educative, attraverso un percorso che parta dal locale e si serva di questo come ponte per il globale. Si esplorano le trasformazioni del costrutto di cittadinanza secondo la matrice politica planetaria; inoltre, con riferimento all’obiettivo 4 dell’Agenda 2030, si analizza il ruolo della scuola nel rispondere alle numerose sfide collegate alla formazione dei cittadini del presente, secondo una prospettiva educativa collaborativa, verticale, trasversale e transdisciplinare. Infine, si valutano gli elementi pedagogici e si analizzano le possibili strategie in grado di dare senso alle competenze di cittadinanza globale. Partendo dallo spazio della relazione quotidiana nel qui e ora si incoraggia la riflessione sulle sfide della Global Education considerando il presente come laboratorio per il futuro e la classe come “bottega politica” per sperimentare l’agire dell’individuo e il suo relazionarsi agli altri, nella prospettiva del bene comune e della democrazia (Dewey, 1915). L’analisi delle competenze per i cittadini del mondo non può non partire da una riflessione sulla realtà del presente e da qui cercare di ridefinire l’esperienza educativa quotidiana secondo un modello pedagogico che valorizzi la trama sociale e quella politica, così da rendere concreta la missione della scuola quale comunità educante che allena e forma ad una convivenza pacifica e democratica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.