Il tema della costruzione identitaria, in relazione agli sviluppi della tecnologia mediale, appare centrale in un discorso educativo attento alle sfide sociali e culturali del nostro tempo. In un ambiente di connessioni «reali» e «virtuali», appare necessaria una riflessione sugli sviluppi e le alterazioni nei processi di scoperta e costruzione identitaria che interessano i giovani internauti. «Oggi, essere vuol dire (anche) essere connessi. Nel mondo giovanile, l’assenza di connessione può significare addirittura non essere, ossia restare invisibili» (Rossini & Neglia, 2019). A questo rischio di invisibilità, inoltre, si associa il pericolo di una frammentazione identitaria, causato dal flusso di richieste di amicizia virtuali, tweet, #hastag, post e like che si susseguono ad un ritmo incessante sulle varie piattaforme social alle quali è possibile accedere. Per continuare ad esistere occorre restare connessi, con il rischio di non essere più in grado di risolvere il rompicapo identitario che ne consegue. L’articolo affronta le dinamiche di costruzione e il rischio di dispersione identitaria delle giovani generazioni a seguito dello sviluppo delle nuove tecnologie e degli ambienti social. Si esplora la tematica riferita all’identità attraverso una lettura critica delle dinamiche di diffusione dei new media all’interno della «società liquida». Inoltre, proprio in rapporto con gli ambienti online, si valutano i rischi ai quali gli utenti sono esposti rispetto all’immagine di sé all’interno di piattaforme social come Facebook e Instagram. Infine, si delinea l’opportunità di strutturare di percorsi di accompagnamento identitario da parte delle agenzie educative quali la scuola e la famiglia, secondo un modello pedagogico che riconosca la valenza e le opportunità della rete ma che, simultaneamente, guardi all’utente secondo la sua declinazione politica di cittadino digitale. Alla scuola così come alla famiglia, infatti, è chiesto di riconoscere e strutturare pratiche educative connesse alla digital citizenship, educando l’utente ad una consapevolezza critica circa l’utilizzo degli strumenti tecnologici e ad una dotazione di senso delle sue azioni online, elementi cruciali del portfolio richiesto al cittadino digitale che vive gli ambienti della rete e si struttura come individuo attivo all’interno di questi ultimi. Per quel che concerne il rebus legato all’immagine di sé, nello specifico, occorre di fatto strutturare un curriculum educativo che consideri in maniera attenta il rischio della moltiplicazione identitaria, secondo processi di inclusione e partecipazione condivisa in grado di aiutare le giovani generazioni a colmare il divario tra la grande alfabetizzazione informatica e le poche capacità di resistenza al fascino del multilifting identitario (Turkle, 2012).

L’identità nell’epoca del digitale. Costruzione e dispersione identitaria nella social network society

Francesco Pizzolorusso
2020-01-01

Abstract

Il tema della costruzione identitaria, in relazione agli sviluppi della tecnologia mediale, appare centrale in un discorso educativo attento alle sfide sociali e culturali del nostro tempo. In un ambiente di connessioni «reali» e «virtuali», appare necessaria una riflessione sugli sviluppi e le alterazioni nei processi di scoperta e costruzione identitaria che interessano i giovani internauti. «Oggi, essere vuol dire (anche) essere connessi. Nel mondo giovanile, l’assenza di connessione può significare addirittura non essere, ossia restare invisibili» (Rossini & Neglia, 2019). A questo rischio di invisibilità, inoltre, si associa il pericolo di una frammentazione identitaria, causato dal flusso di richieste di amicizia virtuali, tweet, #hastag, post e like che si susseguono ad un ritmo incessante sulle varie piattaforme social alle quali è possibile accedere. Per continuare ad esistere occorre restare connessi, con il rischio di non essere più in grado di risolvere il rompicapo identitario che ne consegue. L’articolo affronta le dinamiche di costruzione e il rischio di dispersione identitaria delle giovani generazioni a seguito dello sviluppo delle nuove tecnologie e degli ambienti social. Si esplora la tematica riferita all’identità attraverso una lettura critica delle dinamiche di diffusione dei new media all’interno della «società liquida». Inoltre, proprio in rapporto con gli ambienti online, si valutano i rischi ai quali gli utenti sono esposti rispetto all’immagine di sé all’interno di piattaforme social come Facebook e Instagram. Infine, si delinea l’opportunità di strutturare di percorsi di accompagnamento identitario da parte delle agenzie educative quali la scuola e la famiglia, secondo un modello pedagogico che riconosca la valenza e le opportunità della rete ma che, simultaneamente, guardi all’utente secondo la sua declinazione politica di cittadino digitale. Alla scuola così come alla famiglia, infatti, è chiesto di riconoscere e strutturare pratiche educative connesse alla digital citizenship, educando l’utente ad una consapevolezza critica circa l’utilizzo degli strumenti tecnologici e ad una dotazione di senso delle sue azioni online, elementi cruciali del portfolio richiesto al cittadino digitale che vive gli ambienti della rete e si struttura come individuo attivo all’interno di questi ultimi. Per quel che concerne il rebus legato all’immagine di sé, nello specifico, occorre di fatto strutturare un curriculum educativo che consideri in maniera attenta il rischio della moltiplicazione identitaria, secondo processi di inclusione e partecipazione condivisa in grado di aiutare le giovani generazioni a colmare il divario tra la grande alfabetizzazione informatica e le poche capacità di resistenza al fascino del multilifting identitario (Turkle, 2012).
2020
9788867607884
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/389954
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