Questo contributo indaga le citazioni nelle grammatiche dell’italiano redatte intorno alla metà del Cinquecento a opera di Alberto Acarisio (1536, 1543), Giacomo Gabriele (1548), Rinaldo Corso (1549), Ludovico Dolce (1550), Pierfrancesco Giambullari (1552) e Girolamo Ruscelli (l’opera esce postuma nel 1581). L’analisi è volta a mettere in rilievo la continuità degli esempi autoriali delle Prose di Pietro Bembo nella grammaticografia italiana cinquecentesca sia come riproposizione passiva del corredo esemplificativo bembiano, sia come uso di una stessa citazione per evidenziare differenti aspetti grammaticali (§ 3.1); altro campo di indagine è la ricezione degli aspri giudizi bembiani sulla lingua dantesca in riferimento agli usi della desinenza analogica -i per la 3a pers. del congiuntivo imperfetto e della cosiddetta costruzione con gerundio e ablativo (§ 3.2). Il contributo si chiude con alcuni appunti sulle strategie testuali di inserimento delle citazioni comuni alla prima grammaticografia dell’italiano (§ 4)
This paper focuses on the quotations used in the Italian grammars of the 16th century written by Alberto Acarisio (1536, 1543), Giacomo Gabriele (1548), Rinaldo Corso (1549), Ludovico Dolce (1550), Pierfrancesco Giambullari (1552), and Girolamo Ruscelli (1581). This article aims to emphasize how compilers position themselves relative to the continuity of the grammatical tradition and, to this end, selects quotations derived from Bembo’s Prose, which are also reused for describing the same grammatical features or different contexts (§ 3.1). It also illustrates how the selected grammars show the reception of Bembo’s harsh evaluation of two Dante’s linguistic features, viz. the analogic stem -i for the 3rd sing. of the conjunctive imperfect, and the so-called construction «gerund + ablative» (§ 3.2). Finally, this paper gives some further considerations of text linguistics about the quotations in these early grammars (§ 4).
Osservazioni sulle citazioni nelle grammatiche cinquecentesche
Zarra Giuseppe
2021-01-01
Abstract
Questo contributo indaga le citazioni nelle grammatiche dell’italiano redatte intorno alla metà del Cinquecento a opera di Alberto Acarisio (1536, 1543), Giacomo Gabriele (1548), Rinaldo Corso (1549), Ludovico Dolce (1550), Pierfrancesco Giambullari (1552) e Girolamo Ruscelli (l’opera esce postuma nel 1581). L’analisi è volta a mettere in rilievo la continuità degli esempi autoriali delle Prose di Pietro Bembo nella grammaticografia italiana cinquecentesca sia come riproposizione passiva del corredo esemplificativo bembiano, sia come uso di una stessa citazione per evidenziare differenti aspetti grammaticali (§ 3.1); altro campo di indagine è la ricezione degli aspri giudizi bembiani sulla lingua dantesca in riferimento agli usi della desinenza analogica -i per la 3a pers. del congiuntivo imperfetto e della cosiddetta costruzione con gerundio e ablativo (§ 3.2). Il contributo si chiude con alcuni appunti sulle strategie testuali di inserimento delle citazioni comuni alla prima grammaticografia dell’italiano (§ 4)I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.