I cambiamenti sociali e culturali attuali impattano significativamente sulla natura delle esperienze che i bambini fanno dei media. Il dibattito pubblico su questi temi tende a sopravvalutare le influenze negative e (meno spesso) quelle positive dei media nella vita dei bambini. Come sostenuto da Buckingham nel volume Dopo la morte dell’infanzia (2000), il ruolo dei media deve essere inteso come un processo dinamico e ricco di sfaccettature; due le correnti di pensiero all’interno degli studi mediali sul tema. Quella capeggiata da Neil Postman che nella Scomparsa dell’infanzia (1983) dà ampio spazio alle teorie secondo cui i bambini sono vulnerabili e bisognosi di protezione dall’influenza corruttiva delle tecnologie dei media e quella di Don Tapscott (1988) che nel volume Growing up digital considera i bambini “naturalmente saggi e con un’innata sete di conoscenza che le tecnologie dei media sono in grado di soddisfare” (Tapscott, 1988).Mentre quindi aumentano le oppor104 tunità dei bambini di accedere a informazioni al tempo stesa sembra negata loro la possibilità di esercitare un controllo sui processi che li riguardano.Partendo dalla consapevolezza della complessità del panorama informativo contemporaneo, la ricerca in corso elaborata dal Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro su bando del CORECOM Puglia (Comitato regionale per le comunicazioni) si è proposta di indagare empiricamente la programmazione delle TV locali pugliesi in fascia protetta attraverso un monitoraggio ampio. È stato adottato un approccio interdisciplinare e multi-metodologico, che sta permettendo di esaminare il tempo occupato da televendite, da pubblicità intrattenimento, cartoni animati dei palinsesti televisivi locali con un focus sui diritti del minore (Codice di autoregolamentazione TV e minori). L’attività di monitoraggio si sta articolando in una verifica se anche nella programmazione dei TG e delle trasmissioni di approfondimento sulle TV locali il tema dell’invisibilità dei minori permanga sui temi che più direttamente li riguardano o che possono interessare la tutela genitoriale.La ricerca intende rilevare se e come siano rappresentati i minori nelle TV locali pugliesi, nei termini di programmi a loro dedicati nella fascia protetta e di presentazione di temi a loro riconducibili in trasmissioni di approfondimento destinate, soprattutto, agli adulti genitori. Questa prima finalità descrittiva rappresenta un passaggio basilare perché si possa successivamente avviare il percorso di “comprensione” del fenomeno attraverso la declinazione di questi ulteriori obiettivi: 107 a) analizzare quali siano le variabili che spingono gli editori e i giornalisti televisivi a definire un certo palinsesto in riferimento ai telespettatori di età minore e ai loro genitori; b) indagare il rapporto tra gli elementi emersi nella descrizione iniziale e i diritti dei minori nella cornice dei media; c) rilevare la percezione che i genitori pugliesi hanno dell’offerta fornita dalle TV locali ai telespettatori di età minore e a loro stessi.
Media e minori. Visibili o invisibili? Un progetto di ricerca in corso in UNIBA.
Alberto Fornasari
2021-01-01
Abstract
I cambiamenti sociali e culturali attuali impattano significativamente sulla natura delle esperienze che i bambini fanno dei media. Il dibattito pubblico su questi temi tende a sopravvalutare le influenze negative e (meno spesso) quelle positive dei media nella vita dei bambini. Come sostenuto da Buckingham nel volume Dopo la morte dell’infanzia (2000), il ruolo dei media deve essere inteso come un processo dinamico e ricco di sfaccettature; due le correnti di pensiero all’interno degli studi mediali sul tema. Quella capeggiata da Neil Postman che nella Scomparsa dell’infanzia (1983) dà ampio spazio alle teorie secondo cui i bambini sono vulnerabili e bisognosi di protezione dall’influenza corruttiva delle tecnologie dei media e quella di Don Tapscott (1988) che nel volume Growing up digital considera i bambini “naturalmente saggi e con un’innata sete di conoscenza che le tecnologie dei media sono in grado di soddisfare” (Tapscott, 1988).Mentre quindi aumentano le oppor104 tunità dei bambini di accedere a informazioni al tempo stesa sembra negata loro la possibilità di esercitare un controllo sui processi che li riguardano.Partendo dalla consapevolezza della complessità del panorama informativo contemporaneo, la ricerca in corso elaborata dal Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro su bando del CORECOM Puglia (Comitato regionale per le comunicazioni) si è proposta di indagare empiricamente la programmazione delle TV locali pugliesi in fascia protetta attraverso un monitoraggio ampio. È stato adottato un approccio interdisciplinare e multi-metodologico, che sta permettendo di esaminare il tempo occupato da televendite, da pubblicità intrattenimento, cartoni animati dei palinsesti televisivi locali con un focus sui diritti del minore (Codice di autoregolamentazione TV e minori). L’attività di monitoraggio si sta articolando in una verifica se anche nella programmazione dei TG e delle trasmissioni di approfondimento sulle TV locali il tema dell’invisibilità dei minori permanga sui temi che più direttamente li riguardano o che possono interessare la tutela genitoriale.La ricerca intende rilevare se e come siano rappresentati i minori nelle TV locali pugliesi, nei termini di programmi a loro dedicati nella fascia protetta e di presentazione di temi a loro riconducibili in trasmissioni di approfondimento destinate, soprattutto, agli adulti genitori. Questa prima finalità descrittiva rappresenta un passaggio basilare perché si possa successivamente avviare il percorso di “comprensione” del fenomeno attraverso la declinazione di questi ulteriori obiettivi: 107 a) analizzare quali siano le variabili che spingono gli editori e i giornalisti televisivi a definire un certo palinsesto in riferimento ai telespettatori di età minore e ai loro genitori; b) indagare il rapporto tra gli elementi emersi nella descrizione iniziale e i diritti dei minori nella cornice dei media; c) rilevare la percezione che i genitori pugliesi hanno dell’offerta fornita dalle TV locali ai telespettatori di età minore e a loro stessi.File | Dimensione | Formato | |
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