Il terzo capitolo affronta le ragioni politiche, normative ed educative alla base dell’esclusione della ginnastica dall’ordinamento delle scuole medie al principio della dittatura fascista in Italia, il cui insegnamento fu attribuito dapprima all’Ente Nazionale per l’Educazione Fisica (1923), e in seguito all’Opera Nazionale Balilla (1926), e successivamente alla Gioventù Italiana del Littorio (1937), allo scopo di concorrere alla fascistizzazione delle nuove generazioni di italiani. Particolare importanza è stata quindi attribuita alla formazione dei docenti di ginnastica durante il totalitarismo fascista, a partire dalla fondazione della Regia Accademia Fascista Maschile di Educazione Fisica a Roma (1931), cui fece seguito, nell’anno successivo, quella di un’analoga scuola femminile inaugurata ad Orvieto.
Dal primo dopoguerra alla caduta del fascismo
Domenico Francesco Antonio Elia
2020-01-01
Abstract
Il terzo capitolo affronta le ragioni politiche, normative ed educative alla base dell’esclusione della ginnastica dall’ordinamento delle scuole medie al principio della dittatura fascista in Italia, il cui insegnamento fu attribuito dapprima all’Ente Nazionale per l’Educazione Fisica (1923), e in seguito all’Opera Nazionale Balilla (1926), e successivamente alla Gioventù Italiana del Littorio (1937), allo scopo di concorrere alla fascistizzazione delle nuove generazioni di italiani. Particolare importanza è stata quindi attribuita alla formazione dei docenti di ginnastica durante il totalitarismo fascista, a partire dalla fondazione della Regia Accademia Fascista Maschile di Educazione Fisica a Roma (1931), cui fece seguito, nell’anno successivo, quella di un’analoga scuola femminile inaugurata ad Orvieto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.