Il presente contributo intende verificare, attraverso la lettura delle carte conservate presso l'Archivio privato di Giosuè Poli, quali rapporti intercorsero tra le istituzioni sportive (in primis il Coni e le Federazioni da questo dipendenti) e la stampa italiana nel corso del Convegno "Stampa e Sport", svoltosi a Bari nel 1965. La stampa sportiva era infatti ritenuta colpevole dal Coni di mitizzare i professionisti dello sport, incoraggiando la gioventù alla pratica delle attività sportive più lucrose a danno di quelle dilettantistiche. Particolare importanza è stata attribuita alla querelle intercorsa fra Giosuè Poli, presidente della Fidal (Federazione Italiana di Atletica Leggera), e Nicola Oberdan La Forgia, presidente della società Pallacanestro di Bari. Centro della discussione era una diversa visione del ruolo che il singolo (dirigente, giornalista o praticante di attività fisica) avrebbe dovuto ricoprire all'interno di un processo di rinnovamento educativo e morale delle discipline sportive, e delle responsabilità attribuite allo Stato e alle sue istituzioni. Le conclusioni espresse al termine del convegno andarono oltre una ri-definizione dei rapporti esistenti fra stampa e istituzioni sportive, dimostrando come, a partire dagli anni Sessanta, la stessa definizione di attività sportiva fosse posta in crisi, perdendo il suo carattere semantico univoco, a favore invece dell'affermazione di un linguaggio giornalistico sportivo interessato più al commento e alla valutazione dell'evento sportivo (in un'ottica aggregante che presuppone la lettura del giornale sportivo come rito sociale) e meno ai contenuti. La stampa poté così affermare una propria specificità mediatica, abbandonando il racconto degli eventi alla Tv e riservandosi il ruolo di mantenere e prolungare il dibattito acceso dalle trasmissioni sportive.

Il Convegno “Stampa e Sport” (1965) a Bari nelle carte di Giosuè Poli (1903-1969)

Domenico Francesco Antonio Elia
2013-01-01

Abstract

Il presente contributo intende verificare, attraverso la lettura delle carte conservate presso l'Archivio privato di Giosuè Poli, quali rapporti intercorsero tra le istituzioni sportive (in primis il Coni e le Federazioni da questo dipendenti) e la stampa italiana nel corso del Convegno "Stampa e Sport", svoltosi a Bari nel 1965. La stampa sportiva era infatti ritenuta colpevole dal Coni di mitizzare i professionisti dello sport, incoraggiando la gioventù alla pratica delle attività sportive più lucrose a danno di quelle dilettantistiche. Particolare importanza è stata attribuita alla querelle intercorsa fra Giosuè Poli, presidente della Fidal (Federazione Italiana di Atletica Leggera), e Nicola Oberdan La Forgia, presidente della società Pallacanestro di Bari. Centro della discussione era una diversa visione del ruolo che il singolo (dirigente, giornalista o praticante di attività fisica) avrebbe dovuto ricoprire all'interno di un processo di rinnovamento educativo e morale delle discipline sportive, e delle responsabilità attribuite allo Stato e alle sue istituzioni. Le conclusioni espresse al termine del convegno andarono oltre una ri-definizione dei rapporti esistenti fra stampa e istituzioni sportive, dimostrando come, a partire dagli anni Sessanta, la stessa definizione di attività sportiva fosse posta in crisi, perdendo il suo carattere semantico univoco, a favore invece dell'affermazione di un linguaggio giornalistico sportivo interessato più al commento e alla valutazione dell'evento sportivo (in un'ottica aggregante che presuppone la lettura del giornale sportivo come rito sociale) e meno ai contenuti. La stampa poté così affermare una propria specificità mediatica, abbandonando il racconto degli eventi alla Tv e riservandosi il ruolo di mantenere e prolungare il dibattito acceso dalle trasmissioni sportive.
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