Il saggio esamina la vicenda di Giustina Rocca che, secondo il racconto del giurista Cesare Lambertini (Tractatus de iure patronatus, Venetiis 1574), il giorno 8 aprile del 1500 pronunciò in lingua volgare un lodo arbitrale nel palazzo del tribunale di Trani davanti ai suoi concittadini. La Rocca, considerata la prima “donna avvocato” d’Italia, è stata associata al personaggio di Porzia nel Mercante di Venezia di Shakespeare. Il fatto riportato dal Lambertini e le citazioni utilizzate per legittimarlo sotto il profilo giuridico offrono lo spunto per affrontare la quæstio relativa alla possibilità per le donne di svolgere le funzioni di arbiter: partendo dai divieti romanistici (D.50.17.2 e CI.2.55.6) ripresi dal Decretum di Graziano (C. 33 q. 5 c. 17), la ricerca esamina le posizioni della dottrina giuridica tra Medioevo ed Età moderna ed evidenzia l’importanza della decretale dilecti filii di Innocenzo III (X 1.43.4) nel percorso che portò a configurare alcune eccezionali ipotesi di ammissibilità fondate in massima parte sulla consuetudine.
Sul caso della tranese Giustina Rocca e sulla donna arbiter nella dottrina giuridica tra medioevo ed età moderna
francesco mastroberti
2015-01-01
Abstract
Il saggio esamina la vicenda di Giustina Rocca che, secondo il racconto del giurista Cesare Lambertini (Tractatus de iure patronatus, Venetiis 1574), il giorno 8 aprile del 1500 pronunciò in lingua volgare un lodo arbitrale nel palazzo del tribunale di Trani davanti ai suoi concittadini. La Rocca, considerata la prima “donna avvocato” d’Italia, è stata associata al personaggio di Porzia nel Mercante di Venezia di Shakespeare. Il fatto riportato dal Lambertini e le citazioni utilizzate per legittimarlo sotto il profilo giuridico offrono lo spunto per affrontare la quæstio relativa alla possibilità per le donne di svolgere le funzioni di arbiter: partendo dai divieti romanistici (D.50.17.2 e CI.2.55.6) ripresi dal Decretum di Graziano (C. 33 q. 5 c. 17), la ricerca esamina le posizioni della dottrina giuridica tra Medioevo ed Età moderna ed evidenzia l’importanza della decretale dilecti filii di Innocenzo III (X 1.43.4) nel percorso che portò a configurare alcune eccezionali ipotesi di ammissibilità fondate in massima parte sulla consuetudine.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.