Giona Tuccini propone una lettura precisa e innovativa della figura di Renoppia ripercorrendo in modo puntuale i passi più significativi de "La secchia rapita" di Alessandro Tassoni. Dopo aver introdotto con vivacità l’opera e aver mostrato come l’autore si serva della letteratura greca e latina per legittimare un genere non canonico quale il poema eroicomico, lo studioso si concentra sulla figura della "belli virago" e si spinge alla ricerca delle fonti che hanno contribuito a definire la sua complessità: Renoppia è “donzella”, “combattente”, “matrona” e, pur restia al sesso, donna che “innamora”. Muovendo dai più autorevoli interventi critici – in primis quelli di Maria Cristina Cabani – Tuccini ricostruisce in modo sistematico la genesi di questo personaggio senza trascurarne i connotati fisici: le eroine virgiliane e l’ideale femmineo greco sono mediati da Boccaccio, Petrarca e dall’arte figurativa. Lo studioso riflette, per primo, sull’onomastica: anche l’etimologia del nome, infatti, carica Renoppia di “autorevolezza” e di “intensa potenzialità comunicativa” e la sottrae “al senso di ridicolo dilagante del poema”.

Giona Tuccini presents a thorough and original analysis of Renoppia by retracing the most important passages from Alessandro Tassoni’s "La secchia rapita". Following an introduction to Tassoni’s work, Tuccini illustrates how the author uses Greek and Latin literature to justify his choice of a heroi-comical epic poem. Tuccini focuses his attention primarily on the "belli virago" figure revealing the sources that define its complexity: Renoppia is “donzella” (maiden), “combattente” (warrior), “matrona” (matron) who, even if lacking in erotic desire, remains a woman with whom one falls in love. Referring to major critical contributions – in primis that of Maria Cristina Cabani – Tuccini systematically pieces together the origin of Tassoni’s female character without neglecting her physical attributes: from Virgil’s heroines and the ideal Greek feminine figures via Boccaccio, Petrarch and the figurative arts. He further argues how the etymology of the name “Renoppia” lends authority and intense communicative potential to the virgin thus removing her from the sense of the ridiculous which pervades the entire poem.

Renoppia, belli virago

Tuccini G
2012-01-01

Abstract

Giona Tuccini propone una lettura precisa e innovativa della figura di Renoppia ripercorrendo in modo puntuale i passi più significativi de "La secchia rapita" di Alessandro Tassoni. Dopo aver introdotto con vivacità l’opera e aver mostrato come l’autore si serva della letteratura greca e latina per legittimare un genere non canonico quale il poema eroicomico, lo studioso si concentra sulla figura della "belli virago" e si spinge alla ricerca delle fonti che hanno contribuito a definire la sua complessità: Renoppia è “donzella”, “combattente”, “matrona” e, pur restia al sesso, donna che “innamora”. Muovendo dai più autorevoli interventi critici – in primis quelli di Maria Cristina Cabani – Tuccini ricostruisce in modo sistematico la genesi di questo personaggio senza trascurarne i connotati fisici: le eroine virgiliane e l’ideale femmineo greco sono mediati da Boccaccio, Petrarca e dall’arte figurativa. Lo studioso riflette, per primo, sull’onomastica: anche l’etimologia del nome, infatti, carica Renoppia di “autorevolezza” e di “intensa potenzialità comunicativa” e la sottrae “al senso di ridicolo dilagante del poema”.
2012
Giona Tuccini presents a thorough and original analysis of Renoppia by retracing the most important passages from Alessandro Tassoni’s "La secchia rapita". Following an introduction to Tassoni’s work, Tuccini illustrates how the author uses Greek and Latin literature to justify his choice of a heroi-comical epic poem. Tuccini focuses his attention primarily on the "belli virago" figure revealing the sources that define its complexity: Renoppia is “donzella” (maiden), “combattente” (warrior), “matrona” (matron) who, even if lacking in erotic desire, remains a woman with whom one falls in love. Referring to major critical contributions – in primis that of Maria Cristina Cabani – Tuccini systematically pieces together the origin of Tassoni’s female character without neglecting her physical attributes: from Virgil’s heroines and the ideal Greek feminine figures via Boccaccio, Petrarch and the figurative arts. He further argues how the etymology of the name “Renoppia” lends authority and intense communicative potential to the virgin thus removing her from the sense of the ridiculous which pervades the entire poem.
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