Through this new book dedicated to Pasolini’s "Accattone", which sees the civic poet involved in the misadventures of a ruffian from the suburbs, Giona Tuccini conducts a critical research touching upon the sensitive issues of a masterpiece of Italian cinematography. His investigation focuses in depth, but also with a hint of light-heartedness, on plebeian Humanism, on the Christological echoes and on the picaresque cadences that represent the principal models and thematic registers of a tragedy filmed in the light. Location: Rome. Period: 1960s. Vittorio Cataldi is a pimp who makes a living by exploiting other people’s wretchedness, until he encounters Stella, whose purity and integrity have such an impact on him that he cannot bring himself to take advantage of her. The itinerarium in charitate of this individual, so incapable of love, embodies both the ethical and poetic quality of the film, rendered with such compelling clarity in a wide-ranging analytical fresco, where the vital resources of a populace, virtually unfamiliar to us nowadays, are morphologically interwoven with and find expression in the sacred element.

Questo libro affronta rigorosamente e in maniera trasversale le prerogative della produzione in prosa di Enrico Pea degli anni Trenta, mediante un percorso che permette non solo di restituire l’evoluzione dell’autore toscano attuata con le fantasie generate intorno alla figura della donna, ma anche di comprendere le opere successive alla Trilogia di Moscardino calibrate sull’universo etico dei soggetti, sui richiami idillici e sulla dimensione temporale della malinconia. L’esperienza del viaggio è più che mai un modo influente di concepire il tempo e sfocia in un inventario di occasioni in cui all’atopia dell’esule segue sempre la localizzazione topografica del nido. L’espatriato che ricompare nel borgo originario è creatura arrivata a destino attraverso il disincanto che di per sé è già distacco e affrancamento ma, nello specchio della riflessione, è anzitutto appannaggio della coscienza proiettiva che nei romanzi post-Trilogia di Enrico Pea tesse per ogni dove la sua tela.

Nostalgia dell’abisso. I romanzi di Enrico Pea degli anni Trenta

Tuccini G
2020-01-01

Abstract

Through this new book dedicated to Pasolini’s "Accattone", which sees the civic poet involved in the misadventures of a ruffian from the suburbs, Giona Tuccini conducts a critical research touching upon the sensitive issues of a masterpiece of Italian cinematography. His investigation focuses in depth, but also with a hint of light-heartedness, on plebeian Humanism, on the Christological echoes and on the picaresque cadences that represent the principal models and thematic registers of a tragedy filmed in the light. Location: Rome. Period: 1960s. Vittorio Cataldi is a pimp who makes a living by exploiting other people’s wretchedness, until he encounters Stella, whose purity and integrity have such an impact on him that he cannot bring himself to take advantage of her. The itinerarium in charitate of this individual, so incapable of love, embodies both the ethical and poetic quality of the film, rendered with such compelling clarity in a wide-ranging analytical fresco, where the vital resources of a populace, virtually unfamiliar to us nowadays, are morphologically interwoven with and find expression in the sacred element.
2020
978-88-290-0412-6
Questo libro affronta rigorosamente e in maniera trasversale le prerogative della produzione in prosa di Enrico Pea degli anni Trenta, mediante un percorso che permette non solo di restituire l’evoluzione dell’autore toscano attuata con le fantasie generate intorno alla figura della donna, ma anche di comprendere le opere successive alla Trilogia di Moscardino calibrate sull’universo etico dei soggetti, sui richiami idillici e sulla dimensione temporale della malinconia. L’esperienza del viaggio è più che mai un modo influente di concepire il tempo e sfocia in un inventario di occasioni in cui all’atopia dell’esule segue sempre la localizzazione topografica del nido. L’espatriato che ricompare nel borgo originario è creatura arrivata a destino attraverso il disincanto che di per sé è già distacco e affrancamento ma, nello specchio della riflessione, è anzitutto appannaggio della coscienza proiettiva che nei romanzi post-Trilogia di Enrico Pea tesse per ogni dove la sua tela.
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