Questo articolo esamina la relazione tra la credenza nei miracoli e la magia nella letteratura vernacolare del periodo della Riforma sulla base di alcune poesie gnomiche di Hans Sachs (1494-1676). Sotto gli auspici della nuova dottrina protestante, Sachs pose i soggetti ampiamente scelti (dall'apparizione celeste "miracolosa" alla storia dei fantasmi alla stregoneria) in stretta opposizione al concetto metafisicamente fondato del miracolo divino. Nello spirito di Lutero, la credenza nei miracoli e le pratiche magiche connotano necessariamente la categoria morale-teologica del peccato. Tuttavia, la prospettiva decisamente scettico-pragmatica da cui Sachs coglie i fenomeni magici nega loro, in definitiva, un contenuto di verità più profondo e sposta così il loro significato di strumenti del diavolo dal livello teologico-metafisico in primo luogo al livello etico-morale del vizio.
Wunderdeutung und Magie im literarischen Diskurs der Reformation am Beispiel des Hans Sachs
Barbara Sasse
2021-01-01
Abstract
Questo articolo esamina la relazione tra la credenza nei miracoli e la magia nella letteratura vernacolare del periodo della Riforma sulla base di alcune poesie gnomiche di Hans Sachs (1494-1676). Sotto gli auspici della nuova dottrina protestante, Sachs pose i soggetti ampiamente scelti (dall'apparizione celeste "miracolosa" alla storia dei fantasmi alla stregoneria) in stretta opposizione al concetto metafisicamente fondato del miracolo divino. Nello spirito di Lutero, la credenza nei miracoli e le pratiche magiche connotano necessariamente la categoria morale-teologica del peccato. Tuttavia, la prospettiva decisamente scettico-pragmatica da cui Sachs coglie i fenomeni magici nega loro, in definitiva, un contenuto di verità più profondo e sposta così il loro significato di strumenti del diavolo dal livello teologico-metafisico in primo luogo al livello etico-morale del vizio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.