In questo lavoro, si intendono proporre spunti di analisi economico-aziendale attorno al concetto di integrazione, con particolare riferimento alle sue possibili applicazioni nell’ambito dei sistemi informativi aziendali. Gran parte degli spunti offerti a questa analisi derivano da una personale interpretazione e rilettura, da parte del sottoscritto, dei lavori pubblicati dal Professor Luciano Marchi, i quali, assieme agli stimoli da lui ricevuti nelle occasioni di confronto personale, hanno contribuito in maniera rilevante al percorso di crescita, come studioso, di chi scrive. Il presente scritto è pertanto da intendersi anche come omaggio e ringraziamento ad una delle figure accademiche che, con la sua attività scientifica, ha maggiormente influenzato negli ultimi decenni, e sta tuttora influenzando, il lavoro degli studiosi di materie economico-aziendali. Con riferimento al concetto di integrazione, il vocabolario Treccani propone la seguente definizione: “In senso generico, il fatto di integrare, di rendere intero, pieno, perfetto ciò che è incompleto o insufficiente a un determinato scopo, aggiungendo quanto è necessario o supplendo al difetto con mezzi opportuni” 1. Sempre Treccani fornisce, nella sua enciclopedia online, questa ulteriore descrizione del termine, quando viene riferito al campo dell’economia: “Avvicinamento, coordinamento o anche fusione di sistemi economici separati, al fine di raggiungere vantaggi quali la razionalità nell’uso dei fattori produttivi, il coordinamento delle informazioni e delle scelte, l’abbattimento degli ostacoli agli scambi ecc.” 2. Al centro del concetto letterale di integrazione, si situa dunque la ricerca di pienezza e/o perfezione, al fine di perseguire determinati scopi, fra cui un utilizzo razionale delle risorse ed un efficace coordinamento dei sistemi di informazioni e delle scelte ad essi legate. Appare pertanto evidente come il concetto di integrazione non possa che essere uno dei cardini degli studi economico-aziendali, che, fin dalle opere realizzate dal Maestro Gino Zappa (1927, 1937), proseguendo poi con i contributi forniti da altri importanti studiosi quali Amaduzzi (1953), Bertini (1977), Caramiello (1986), Ferrero (1980), Masini (1970), Onida (1960) e Riparbelli (1946) – per citarne solo alcuni – hanno messo in luce il carattere sistemico dell’azienda e la necessità di un approccio di studio olistico alla stessa, capace di analizzarla, nei suoi caratteri di apertura, complessità, finalizzazione, dinamicità, mutabilità, socialità e strumentalità, al modo di un fenomeno unitario. Come già evidenziato, la peculiare natura del concetto di integrazione trova terreno particolarmente fertile quando applicata ai sistemi di analisi delle informazioni e delle decisioni connessi al percorso di raccolta, classificazione, elaborazione e interpretazione delle informazioni stesse, percorso delineato e ben descritto da Marchi in una delle sue più rilevanti opere (Marchi, 1993). Sempre all’interno di tale lavoro, viene sottolineato il duplice carattere di destinazione interna ed esterna dei sistemi informativi stessi. Per quanto riguarda la prima, si è di fronte alla funzione dei sistemi informativi per il supporto ai controlli interni ed ai processi decisionali. Con riferimento alla seconda, trattasi delle operazioni di rendicontazione e comunicazione verso gli stakeholder esterni. Questa duplice prospettiva di analisi riferita ai sistemi informativi può essere applicata anche all’analisi del concetto di integrazione (Marchi, 2013). Da una parte, infatti, esso può essere considerato nel senso di “aggiunta”, quando si consideri l’utilizzo di sistemi di raccolta delle informazioni che si pongono lo scopo di accrescere il flusso di dati disponibili rispetto ai tradizionali sistemi di contabilità. Si fa riferimento in questo caso agli strumenti che sono stati definiti di “misurazione delle performance”, la cui prospettiva di integrazione, nel senso di aggiunta, applicabile in prima istanza per le finalità di natura interna dei sistemi informativi, nell’ottica di favorire lo sviluppo di un “quadro di controllo” (Marchi, Quagli, 1997), sarà analizzata nel secondo paragrafo di questo lavoro. Dall’altra parte, l’integrazione può essere intesa anche come una “fusione” o una “incorporazione”, elemento che viene ad emergere in particolare nell’ambito della destinazione esterna dei sistemi informativi, quando ai tradizionali strumenti di contabilità economico-patrimoniale (Marchi, 2017) vengono associate le informazioni di natura extra-contabile (o non-finanziaria, come spesso viene detto, in maniera in parte impropria, a causa di una non perfetta traduzione dall’inglese). Un esempio particolarmente rilevante di questa casistica, che sarà oggetto di trattazione del terzo paragrafo, si ha nello sviluppo del bilancio (o reporting) integrato, che ha assunto particolare importanza negli ultimi anni. Prima di proseguire con i seguenti paragrafi, appare utile notare fin d’ora che, come brillantemente rilevato dal Professor Marchi (2011), nella configurazione di un sistema informativo efficace, si debba realizzare in ogni caso una necessaria integrazione (termine dunque nuovamente ricorrente) fra la destinazione interna e quella esterna, dal punto di vista sia informativo che decisionale, su tre prospettive differenti ma al tempo stesso complementari, di natura rispettivamente informativa, informativo-gestionale ed organizzativa (Marchi, 2011, pp. 6-7), integrazione applicabile sia a livello di singole realtà aziendali, sia in ottica di rete (Mancini, 1999). All’analisi conclusiva di questa forma di integrazione, che si potrebbe definire “di secondo livello” rispetto alle due forme trattate in precedenza, sarà dedicato il quarto ed ultimo paragrafo, dove i fenomeni aziendali descritti in questo lavoro saranno osservati alla luce delle possibili prospettive di evoluzione, tenendo conto, in particolare, dei processi in corso di sempre più spinta digitalizzazione dei sistemi informativi, nonché dell’avvento dei sistemi di gestione dei big data e dell’intelligenza artificiale, tutti fenomeni della cui osservazione il Professor Marchi può essere ritenuto a buon titolo un precursore, per via dei suoi studi in materia di gestione informatica a supporto dei processi decisionali aziendali (Marchi, 1997; Marchi, Mancini, 2009).

Riflessioni sul concetto di integrazione nei sistemi informativi aziendali

Badia, Francesco
2021-01-01

Abstract

In questo lavoro, si intendono proporre spunti di analisi economico-aziendale attorno al concetto di integrazione, con particolare riferimento alle sue possibili applicazioni nell’ambito dei sistemi informativi aziendali. Gran parte degli spunti offerti a questa analisi derivano da una personale interpretazione e rilettura, da parte del sottoscritto, dei lavori pubblicati dal Professor Luciano Marchi, i quali, assieme agli stimoli da lui ricevuti nelle occasioni di confronto personale, hanno contribuito in maniera rilevante al percorso di crescita, come studioso, di chi scrive. Il presente scritto è pertanto da intendersi anche come omaggio e ringraziamento ad una delle figure accademiche che, con la sua attività scientifica, ha maggiormente influenzato negli ultimi decenni, e sta tuttora influenzando, il lavoro degli studiosi di materie economico-aziendali. Con riferimento al concetto di integrazione, il vocabolario Treccani propone la seguente definizione: “In senso generico, il fatto di integrare, di rendere intero, pieno, perfetto ciò che è incompleto o insufficiente a un determinato scopo, aggiungendo quanto è necessario o supplendo al difetto con mezzi opportuni” 1. Sempre Treccani fornisce, nella sua enciclopedia online, questa ulteriore descrizione del termine, quando viene riferito al campo dell’economia: “Avvicinamento, coordinamento o anche fusione di sistemi economici separati, al fine di raggiungere vantaggi quali la razionalità nell’uso dei fattori produttivi, il coordinamento delle informazioni e delle scelte, l’abbattimento degli ostacoli agli scambi ecc.” 2. Al centro del concetto letterale di integrazione, si situa dunque la ricerca di pienezza e/o perfezione, al fine di perseguire determinati scopi, fra cui un utilizzo razionale delle risorse ed un efficace coordinamento dei sistemi di informazioni e delle scelte ad essi legate. Appare pertanto evidente come il concetto di integrazione non possa che essere uno dei cardini degli studi economico-aziendali, che, fin dalle opere realizzate dal Maestro Gino Zappa (1927, 1937), proseguendo poi con i contributi forniti da altri importanti studiosi quali Amaduzzi (1953), Bertini (1977), Caramiello (1986), Ferrero (1980), Masini (1970), Onida (1960) e Riparbelli (1946) – per citarne solo alcuni – hanno messo in luce il carattere sistemico dell’azienda e la necessità di un approccio di studio olistico alla stessa, capace di analizzarla, nei suoi caratteri di apertura, complessità, finalizzazione, dinamicità, mutabilità, socialità e strumentalità, al modo di un fenomeno unitario. Come già evidenziato, la peculiare natura del concetto di integrazione trova terreno particolarmente fertile quando applicata ai sistemi di analisi delle informazioni e delle decisioni connessi al percorso di raccolta, classificazione, elaborazione e interpretazione delle informazioni stesse, percorso delineato e ben descritto da Marchi in una delle sue più rilevanti opere (Marchi, 1993). Sempre all’interno di tale lavoro, viene sottolineato il duplice carattere di destinazione interna ed esterna dei sistemi informativi stessi. Per quanto riguarda la prima, si è di fronte alla funzione dei sistemi informativi per il supporto ai controlli interni ed ai processi decisionali. Con riferimento alla seconda, trattasi delle operazioni di rendicontazione e comunicazione verso gli stakeholder esterni. Questa duplice prospettiva di analisi riferita ai sistemi informativi può essere applicata anche all’analisi del concetto di integrazione (Marchi, 2013). Da una parte, infatti, esso può essere considerato nel senso di “aggiunta”, quando si consideri l’utilizzo di sistemi di raccolta delle informazioni che si pongono lo scopo di accrescere il flusso di dati disponibili rispetto ai tradizionali sistemi di contabilità. Si fa riferimento in questo caso agli strumenti che sono stati definiti di “misurazione delle performance”, la cui prospettiva di integrazione, nel senso di aggiunta, applicabile in prima istanza per le finalità di natura interna dei sistemi informativi, nell’ottica di favorire lo sviluppo di un “quadro di controllo” (Marchi, Quagli, 1997), sarà analizzata nel secondo paragrafo di questo lavoro. Dall’altra parte, l’integrazione può essere intesa anche come una “fusione” o una “incorporazione”, elemento che viene ad emergere in particolare nell’ambito della destinazione esterna dei sistemi informativi, quando ai tradizionali strumenti di contabilità economico-patrimoniale (Marchi, 2017) vengono associate le informazioni di natura extra-contabile (o non-finanziaria, come spesso viene detto, in maniera in parte impropria, a causa di una non perfetta traduzione dall’inglese). Un esempio particolarmente rilevante di questa casistica, che sarà oggetto di trattazione del terzo paragrafo, si ha nello sviluppo del bilancio (o reporting) integrato, che ha assunto particolare importanza negli ultimi anni. Prima di proseguire con i seguenti paragrafi, appare utile notare fin d’ora che, come brillantemente rilevato dal Professor Marchi (2011), nella configurazione di un sistema informativo efficace, si debba realizzare in ogni caso una necessaria integrazione (termine dunque nuovamente ricorrente) fra la destinazione interna e quella esterna, dal punto di vista sia informativo che decisionale, su tre prospettive differenti ma al tempo stesso complementari, di natura rispettivamente informativa, informativo-gestionale ed organizzativa (Marchi, 2011, pp. 6-7), integrazione applicabile sia a livello di singole realtà aziendali, sia in ottica di rete (Mancini, 1999). All’analisi conclusiva di questa forma di integrazione, che si potrebbe definire “di secondo livello” rispetto alle due forme trattate in precedenza, sarà dedicato il quarto ed ultimo paragrafo, dove i fenomeni aziendali descritti in questo lavoro saranno osservati alla luce delle possibili prospettive di evoluzione, tenendo conto, in particolare, dei processi in corso di sempre più spinta digitalizzazione dei sistemi informativi, nonché dell’avvento dei sistemi di gestione dei big data e dell’intelligenza artificiale, tutti fenomeni della cui osservazione il Professor Marchi può essere ritenuto a buon titolo un precursore, per via dei suoi studi in materia di gestione informatica a supporto dei processi decisionali aziendali (Marchi, 1997; Marchi, Mancini, 2009).
2021
9788892195301
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