Siamo spinti dalle cose reali, dalla re-legazione, alla ricerca della realtà divina. Farsi persono significa ricercare la realtà divina. Con queste poche parole contenute nel testo manoscritto qui pubblicato a cui Xavier Zubiri, pochi giorni prima di morire, stava lavorando, il filosofo spagnolo sembra indicare quale sia il compito dell’uomo in cerca di Dio: “Dio, esperienza dell’uomo” e “l’uomo, esperienza di Dio”. In queste due locuzioni si può forse sintetizzare tutta la portata del pensiero filosofico di Zubiri intorno al nesso tra uomo e Dio: «In ragione di Dio, Dio è esperienza dell’uomo; in ragione dell’uomo, l’uomo è esperienza di Dio». Nessuno dei due termini – Dio e l’uomo – può possedere l’altro: l’uomo non ha esperienza di Dio, né potrà mai averne; non è nelle possibilità dell’uomo avere una simile esperienza, non per capacità ma per sua attitudine. L’uomo è formalmente esperienza di Dio, perché Dio ci si dà nella forma della realtà-fondamento. La posizione filosofica di Zubiri assume una sua connotazione unitaria nel momento in cui si inizia a comprendere l’unità di pensiero che vi è tra metafisica della realtà, filosofia dell’intelligenza e pensiero metafisico-religioso. L’interesse del filosofo spagnolo, infatti, si è sempre costituito nella sua unità e totalità. Parlare di infinito è possibile solo a partire dal finito: così per comprendere qualcosa della trascendenza occorre fermarsi a guardare in profondità ciò che abbiamo di più caro: la realtà in se stessa. Ecco il percorso che, attraverso i testi che qui si pubblicano per la prima volta in italiano, Zubiri desidera far compiere al lettore: dalla realtà delle cose all’uomo, e da questi a Dio. Sbaglia, però, chi pensa si tratti di un cammino lineare: Dio, in quanto realtà assolutamente assoluta, sta presente in ogni momento dell’esperienza. Come potere del reale e come fondamentalità nell’uomo. Questi, infatti, non potrà mai pervenire a una conoscenza diretta di Dio, se non in quanto fondamento delle cose reali. Ed è proprio attraverso la realtà che Dio si rende conoscibile all’uomo. In che modo? Attraverso un atto di donazione, o meglio, una donazione come atto: «Dio è fondamento delle cose come un assoluto dar di sé». Per questo l’esperienza del dono ci permette di conoscere Dio in quanto realtà che fonda il reale.

El hombre y Dios

PONZIO, Paolo;
2013-01-01

Abstract

Siamo spinti dalle cose reali, dalla re-legazione, alla ricerca della realtà divina. Farsi persono significa ricercare la realtà divina. Con queste poche parole contenute nel testo manoscritto qui pubblicato a cui Xavier Zubiri, pochi giorni prima di morire, stava lavorando, il filosofo spagnolo sembra indicare quale sia il compito dell’uomo in cerca di Dio: “Dio, esperienza dell’uomo” e “l’uomo, esperienza di Dio”. In queste due locuzioni si può forse sintetizzare tutta la portata del pensiero filosofico di Zubiri intorno al nesso tra uomo e Dio: «In ragione di Dio, Dio è esperienza dell’uomo; in ragione dell’uomo, l’uomo è esperienza di Dio». Nessuno dei due termini – Dio e l’uomo – può possedere l’altro: l’uomo non ha esperienza di Dio, né potrà mai averne; non è nelle possibilità dell’uomo avere una simile esperienza, non per capacità ma per sua attitudine. L’uomo è formalmente esperienza di Dio, perché Dio ci si dà nella forma della realtà-fondamento. La posizione filosofica di Zubiri assume una sua connotazione unitaria nel momento in cui si inizia a comprendere l’unità di pensiero che vi è tra metafisica della realtà, filosofia dell’intelligenza e pensiero metafisico-religioso. L’interesse del filosofo spagnolo, infatti, si è sempre costituito nella sua unità e totalità. Parlare di infinito è possibile solo a partire dal finito: così per comprendere qualcosa della trascendenza occorre fermarsi a guardare in profondità ciò che abbiamo di più caro: la realtà in se stessa. Ecco il percorso che, attraverso i testi che qui si pubblicano per la prima volta in italiano, Zubiri desidera far compiere al lettore: dalla realtà delle cose all’uomo, e da questi a Dio. Sbaglia, però, chi pensa si tratti di un cammino lineare: Dio, in quanto realtà assolutamente assoluta, sta presente in ogni momento dell’esperienza. Come potere del reale e come fondamentalità nell’uomo. Questi, infatti, non potrà mai pervenire a una conoscenza diretta di Dio, se non in quanto fondamento delle cose reali. Ed è proprio attraverso la realtà che Dio si rende conoscibile all’uomo. In che modo? Attraverso un atto di donazione, o meglio, una donazione come atto: «Dio è fondamento delle cose come un assoluto dar di sé». Per questo l’esperienza del dono ci permette di conoscere Dio in quanto realtà che fonda il reale.
2013
978-8874703135
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