Il lavoro che abbiamo svolto ha per oggetto l’Intelligenza Artificiale (IA) e i suoi effetti sul nostro mondo. Anche se la materia trattata è complessa abbiamo cercato di spiegarla in termini semplici adottando però la raccomandazione di Albert Einstein: “le cose dovrebbero essere rese più semplici possibile, ma non oltre”. In parole povere abbiamo cercato di rendere la trattazione semplice, ma non banale o, peggio, semplicistica e riduttiva. Questo è un momento di grande entusiasmo per la disciplina, che sta raggiungendo successi superiori alle aspettative in diverse applicazioni. Tuttavia è importante che il lettore si renda conto dei limiti che ancora sono presenti e degli sforzi che la ricerca sta facendo per superarli. Primo fra tutti è importante capire che siamo ancora lontani da una macchina dotata di intelligenza artificiale di tipo generale, capace cioè di affrontare compiti diversi, di adattarsi a contesti sconosciuti, di provare sentimenti, autocoscienza, ecc.. Per quanto esistano opinioni che suggeriscono che non manca molto per raggiungere questo traguardo, con le paure e le avversioni che questo suscita, in realtà non abbiamo prove scientifiche che ci facciano capire quanto ci stiamo avvicinando a questo orizzonte. La storia della disciplina ci ha insegnato che, analogamente a tante altre scienze, tendiamo a sopravvalutare i risultati e gli impatti a breve termine e a sottostimare quelli a lungo termine. Nel caso dell’IA questo fatto è ancora più evidente: non siamo certi nemmeno di poter definire con esattezza la disciplina. In realtà non sappiamo neppure definire cos’è l’Intelligenza. Noi umani siamo convinti di essere intelligenti, misuriamo l’intelligenza delle macchine confrontandone il comportamento con il nostro. Sono definizioni che rischiano di essere narcisistiche. Abbiamo necessità di una riflessione critica sulla nostra intelligenza, sul modello socio economico che stiamo seguendo, sulla nostra centralità nell’universo, e su molti atteggiamenti fideistici che contraddistinguono il nostro comportamento. Veramente una specie che sta distruggendo il pianeta che la ospita, compromettendone e alterandone profondamente l’ecosistema può essere definita intelligente? E’ necessario un profondo ripensamento di gran parte della cultura dominante e dobbiamo affrontare una sfida estremamente difficile: portare benessere a 7,6 miliardi di persone (numeri in crescita) senza distruggere la biodiversità e il resto del sistema vivente, senza il quale non siamo in grado di sopravvivere. E’ una sfida molto complessa, per la quale abbiamo bisogno di un enorme sforzo interdisciplinare. In questo noi siamo convinti che l’IA con le capacità che può portare oggi e le prospettive di evoluzione su cui la ricerca si sta concentrando, possa portare un contributo prezioso con sistemi in grado di misurare i costi e i benefici delle nostre azioni, di supportare le nostre decisioni, di suggerire soluzioni innovative, di analizzare e diagnosticare situazioni complesse. L’Intelligenza Artificiale, come tutti gli strumenti potenti, ci spaventa. Ma forse dovremmo spaventarci anche di un mondo dove non riusciamo a superare i limiti della nostra intelligenza attuale che appare inadeguata alle sfide che abbiamo di fronte a noi.

L’Intelligenza Artificiale per lo Sviluppo Sostenibile

Stefano Ferilli;Cataldo Musto;Giovanni Semeraro
2021-01-01

Abstract

Il lavoro che abbiamo svolto ha per oggetto l’Intelligenza Artificiale (IA) e i suoi effetti sul nostro mondo. Anche se la materia trattata è complessa abbiamo cercato di spiegarla in termini semplici adottando però la raccomandazione di Albert Einstein: “le cose dovrebbero essere rese più semplici possibile, ma non oltre”. In parole povere abbiamo cercato di rendere la trattazione semplice, ma non banale o, peggio, semplicistica e riduttiva. Questo è un momento di grande entusiasmo per la disciplina, che sta raggiungendo successi superiori alle aspettative in diverse applicazioni. Tuttavia è importante che il lettore si renda conto dei limiti che ancora sono presenti e degli sforzi che la ricerca sta facendo per superarli. Primo fra tutti è importante capire che siamo ancora lontani da una macchina dotata di intelligenza artificiale di tipo generale, capace cioè di affrontare compiti diversi, di adattarsi a contesti sconosciuti, di provare sentimenti, autocoscienza, ecc.. Per quanto esistano opinioni che suggeriscono che non manca molto per raggiungere questo traguardo, con le paure e le avversioni che questo suscita, in realtà non abbiamo prove scientifiche che ci facciano capire quanto ci stiamo avvicinando a questo orizzonte. La storia della disciplina ci ha insegnato che, analogamente a tante altre scienze, tendiamo a sopravvalutare i risultati e gli impatti a breve termine e a sottostimare quelli a lungo termine. Nel caso dell’IA questo fatto è ancora più evidente: non siamo certi nemmeno di poter definire con esattezza la disciplina. In realtà non sappiamo neppure definire cos’è l’Intelligenza. Noi umani siamo convinti di essere intelligenti, misuriamo l’intelligenza delle macchine confrontandone il comportamento con il nostro. Sono definizioni che rischiano di essere narcisistiche. Abbiamo necessità di una riflessione critica sulla nostra intelligenza, sul modello socio economico che stiamo seguendo, sulla nostra centralità nell’universo, e su molti atteggiamenti fideistici che contraddistinguono il nostro comportamento. Veramente una specie che sta distruggendo il pianeta che la ospita, compromettendone e alterandone profondamente l’ecosistema può essere definita intelligente? E’ necessario un profondo ripensamento di gran parte della cultura dominante e dobbiamo affrontare una sfida estremamente difficile: portare benessere a 7,6 miliardi di persone (numeri in crescita) senza distruggere la biodiversità e il resto del sistema vivente, senza il quale non siamo in grado di sopravvivere. E’ una sfida molto complessa, per la quale abbiamo bisogno di un enorme sforzo interdisciplinare. In questo noi siamo convinti che l’IA con le capacità che può portare oggi e le prospettive di evoluzione su cui la ricerca si sta concentrando, possa portare un contributo prezioso con sistemi in grado di misurare i costi e i benefici delle nostre azioni, di supportare le nostre decisioni, di suggerire soluzioni innovative, di analizzare e diagnosticare situazioni complesse. L’Intelligenza Artificiale, come tutti gli strumenti potenti, ci spaventa. Ma forse dovremmo spaventarci anche di un mondo dove non riusciamo a superare i limiti della nostra intelligenza attuale che appare inadeguata alle sfide che abbiamo di fronte a noi.
2021
978-88-8080-461-1
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/369950
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