Nell’altopiano delle Murge persistono, quasi impercettibili ad un occhio distratto, ruderi e macerie che è facile trascurare o, peggio, considerare come elementi di disturbo in un paesaggio apparentemente immobile nella sua magnifica desolazione. Sono tracce di un passato recente e sconosciuto: resti di campi di prigionia delle due guerre mondiali, di campi di addestramento e di centri per l’accoglienza di profughi, ma anche di basi missilistiche allestite e rapidamente smantellate nel corso di quella terza guerra mondiale, fredda, mai combattuta. Tracce così evanescenti da poter essere decifrate, ricostruite e raccontate solo attraverso un’analisi archeologica che preveda l’applicazione di metodi e tecniche normalmente riservate a contesti più antichi: dallo studio delle fonti al rilievo, dalla fotointerpretazione alla ricognizione topografica, dalla raccolta superficiale alla lettura degli elevati. È un patrimonio diffuso e abbandonato che aspetta di essere valorizzato, ricomponendo i luoghi e le storie delle persone che in questo paesaggio hanno vissuto, per creare una vasta comunità in grado di unire diverse generazioni.
Archeologia di un paesaggio contemporaneo. Le guerre del Novecento nella Murgia pugliese
giuliano de felice
2020-01-01
Abstract
Nell’altopiano delle Murge persistono, quasi impercettibili ad un occhio distratto, ruderi e macerie che è facile trascurare o, peggio, considerare come elementi di disturbo in un paesaggio apparentemente immobile nella sua magnifica desolazione. Sono tracce di un passato recente e sconosciuto: resti di campi di prigionia delle due guerre mondiali, di campi di addestramento e di centri per l’accoglienza di profughi, ma anche di basi missilistiche allestite e rapidamente smantellate nel corso di quella terza guerra mondiale, fredda, mai combattuta. Tracce così evanescenti da poter essere decifrate, ricostruite e raccontate solo attraverso un’analisi archeologica che preveda l’applicazione di metodi e tecniche normalmente riservate a contesti più antichi: dallo studio delle fonti al rilievo, dalla fotointerpretazione alla ricognizione topografica, dalla raccolta superficiale alla lettura degli elevati. È un patrimonio diffuso e abbandonato che aspetta di essere valorizzato, ricomponendo i luoghi e le storie delle persone che in questo paesaggio hanno vissuto, per creare una vasta comunità in grado di unire diverse generazioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.