Nelle sue memorie, Dino Grandi, che firmò come sottosegretario agli esteri i Patti Lateranensi tra il Regno d’Italia e la Santa Sede, scrive di un Mussolini insolitamente allegro, la mattina dell’11 febbraio del 1929, nel tragitto di andata tra la sua abitazione e il Laterano, ma serio e silenzioso all’uscita nel viaggio verso Palazzo Chigi. Il cardinale Gasparri, nell’illustrare ai delegati italiani il museo delle missioni, “…senza averne l’aria, voleva sottolineare per noi quanto grande fosse la potenza e la forza di espansione della chiesa cattolica nel mondo”. Il Capo del governo italiano, che pensava di entrare in quegli ambienti calzando gli stivali, accusò il colpo. Nondimeno, prosegue Grandi, la firma rappresentò finalmente “l’ultima pagina del Risorgimento”. Dopo nove decenni da quel giorno si può osservare, e non è poco, che la valutazione e il bilancio che si possono tracciare della storia di questi Patti siano nella storiografia di segno concordemente positivo. Il volume in oggetto lo dimostra.

B. Ardura (a cura di), I Patti Lateranensi, in occasione del XC anniversario (1929-2019), Pontificio Comitato di Scienze Storiche, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2019.

Nicola NERI
2020-01-01

Abstract

Nelle sue memorie, Dino Grandi, che firmò come sottosegretario agli esteri i Patti Lateranensi tra il Regno d’Italia e la Santa Sede, scrive di un Mussolini insolitamente allegro, la mattina dell’11 febbraio del 1929, nel tragitto di andata tra la sua abitazione e il Laterano, ma serio e silenzioso all’uscita nel viaggio verso Palazzo Chigi. Il cardinale Gasparri, nell’illustrare ai delegati italiani il museo delle missioni, “…senza averne l’aria, voleva sottolineare per noi quanto grande fosse la potenza e la forza di espansione della chiesa cattolica nel mondo”. Il Capo del governo italiano, che pensava di entrare in quegli ambienti calzando gli stivali, accusò il colpo. Nondimeno, prosegue Grandi, la firma rappresentò finalmente “l’ultima pagina del Risorgimento”. Dopo nove decenni da quel giorno si può osservare, e non è poco, che la valutazione e il bilancio che si possono tracciare della storia di questi Patti siano nella storiografia di segno concordemente positivo. Il volume in oggetto lo dimostra.
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