Il saggio analizza la prima legislazione organica posta nel nostro ordinamento in materia di assunzione degli invalidi (L. n. 482/1968), che, per la sua connotazione essenzialmente impositiva, ha rappresentato il punto di massima tensione delle tradizionali categorie giuridiche di regolazione, prima che dello scambio lavoro/retribuzione, degli stessi rapporti di tipo contrattuale (non a caso la più raffinata elaborazione teorica aveva ricostruito il sistema di collocamento obbligatorio in termini di “ablazione”, assimilandolo a una “contribuzione speciale” imposta per l’interesse pubblico all’occupazione dei soggetti protetti). Nell’analisi si evidenzia la matrice coercitiva della regolazione in esame, che si risolveva in una burocratica rilevazione dei requisiti per l’accesso al sistema di collocamento obbligatorio (rappresentati dalla sussistenza della causale costitutiva del diritto all’assunzione a latere praestatoris, dal superamento del limite dimensionale a cui è ancorato il vincolo assunzionale a latere datoris) e nella successiva assegnazione di posti di lavoro che venivano imposti all’una come all’altra delle “parti” così messe in relazione al di là di ogni considerazione delle loro esigenze e necessità.

The essay analyzes the first organic legislation in the Italian legal system regarding the hiring of invalids (Law no. 482/1968), which, due to its essentially coercive connotation, represented the point of maximum tension of the traditional legal categories of regulation (more than the exchange of work/remuneration) of the same contractual relationships (it is no coincidence that the most refined theoretical elaboration had reconstructed the compulsory employment system in terms of "ablation", assimilating it to a "special social contribution" imposed for the public interest to the employment of protected subjects). In the analysis we highlight the coercive matrix of the regulation in question, which resulted in a bureaucratic survey of the requirements for access to the compulsory employment system (i.e. both the existence of the causal constitutive reason for the right to employment a latere praestatoris and the exceeding of the employer's size limit to which the employment obligation is anchored a latere datoris) and in the subsequent allocation of jobs that were imposed on both "parties" which, in turn, were thus related beyond any consideration of their needs and requirements.

Imposizione e collocamento di invalidi. La Legge n. 482/1968

Angelica Riccardi
2021-01-01

Abstract

Il saggio analizza la prima legislazione organica posta nel nostro ordinamento in materia di assunzione degli invalidi (L. n. 482/1968), che, per la sua connotazione essenzialmente impositiva, ha rappresentato il punto di massima tensione delle tradizionali categorie giuridiche di regolazione, prima che dello scambio lavoro/retribuzione, degli stessi rapporti di tipo contrattuale (non a caso la più raffinata elaborazione teorica aveva ricostruito il sistema di collocamento obbligatorio in termini di “ablazione”, assimilandolo a una “contribuzione speciale” imposta per l’interesse pubblico all’occupazione dei soggetti protetti). Nell’analisi si evidenzia la matrice coercitiva della regolazione in esame, che si risolveva in una burocratica rilevazione dei requisiti per l’accesso al sistema di collocamento obbligatorio (rappresentati dalla sussistenza della causale costitutiva del diritto all’assunzione a latere praestatoris, dal superamento del limite dimensionale a cui è ancorato il vincolo assunzionale a latere datoris) e nella successiva assegnazione di posti di lavoro che venivano imposti all’una come all’altra delle “parti” così messe in relazione al di là di ogni considerazione delle loro esigenze e necessità.
2021
9788894503036
The essay analyzes the first organic legislation in the Italian legal system regarding the hiring of invalids (Law no. 482/1968), which, due to its essentially coercive connotation, represented the point of maximum tension of the traditional legal categories of regulation (more than the exchange of work/remuneration) of the same contractual relationships (it is no coincidence that the most refined theoretical elaboration had reconstructed the compulsory employment system in terms of "ablation", assimilating it to a "special social contribution" imposed for the public interest to the employment of protected subjects). In the analysis we highlight the coercive matrix of the regulation in question, which resulted in a bureaucratic survey of the requirements for access to the compulsory employment system (i.e. both the existence of the causal constitutive reason for the right to employment a latere praestatoris and the exceeding of the employer's size limit to which the employment obligation is anchored a latere datoris) and in the subsequent allocation of jobs that were imposed on both "parties" which, in turn, were thus related beyond any consideration of their needs and requirements.
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