La relazione tra turismo e sviluppo sostenibile dei territori compresi nelle aree protette, si è evoluta in modo significativo negli ultimi anni. In particolare, in Italia si è passati da una situazione di contrapposizione e di reciproca esclusione, ad un graduale riconoscimento del ruolo strategico che il turismo può rivestire nel fornire una risposta alle esigenze delle comunità locali e nel mantenere le promesse di sviluppo sociale ed economico che in passato hanno spesso accompagnato l’istituzione dei Parchi nazionali. Già a partire dalla Legge Quadro n. 394/1991 si è introdotta, infatti, in queste aree la possibilità di realizzare attività di sviluppo economico “ecocompatibile”, da attuarsi mediante lo strumento della pianificazione pluriennale economica e sociale, nel rispetto delle condizioni di salvaguardia ambientale che permettono di non superare i livelli oltre i quali possano essere innescati processi irreversibili di degrado. Alle aree protette si riconosce dunque una nuova funzione di territori di pregio in cui sperimentare nuovi modelli di crescita economica sostenibile, integrata e rispettosa dell’ambiente, costituendo così un luogo privilegiato per il management dello sviluppo locale (Buongiorno e Intini, 2019). Nell’ambito di tale evoluzione, trova giustificazione la più recente visione del turismo quale opportunità per il territorio: è infatti emerso che un turismo di qualità, in grado di conservare l’ambiente e sostenere il benessere delle popolazioni locali, rappresenti un fattore di cruciale importanza per lo sviluppo non solo dei parchi, ma anche dei territori ad essi correlati (Bergantino et al., 2020). Tuttavia, resta evidente l’esistenza di un trade-off tra quantità di beni e servizi richiesti e offerti per il turismo, da un lato, e qualità dell’ambiente dall’altro, la cui intensità dipende strettamente dal tipo di risorse locali su cui è basato il turismo, dalla qualità e dimensione dei flussi attivati e dal livello di salvaguardia e manutenzione delle risorse. È proprio la necessità di ridurre l’intensità di questo trade-off a rendere necessaria e ineludibile un’oculata gestione turistica del territorio, in modo tale da garantire crescita economica e tutela ambientale, specialmente quando uno dei fattori attrattivi posto alla base della crescita è costituito proprio dalla qualità ambientale, come nel caso delle aree protette.

La programmazione del turismo e della mobilità sostenibile nelle aree naturali protette

Buongiorno, A;INTINI, MARIO
;
Larosa, V.
2021-01-01

Abstract

La relazione tra turismo e sviluppo sostenibile dei territori compresi nelle aree protette, si è evoluta in modo significativo negli ultimi anni. In particolare, in Italia si è passati da una situazione di contrapposizione e di reciproca esclusione, ad un graduale riconoscimento del ruolo strategico che il turismo può rivestire nel fornire una risposta alle esigenze delle comunità locali e nel mantenere le promesse di sviluppo sociale ed economico che in passato hanno spesso accompagnato l’istituzione dei Parchi nazionali. Già a partire dalla Legge Quadro n. 394/1991 si è introdotta, infatti, in queste aree la possibilità di realizzare attività di sviluppo economico “ecocompatibile”, da attuarsi mediante lo strumento della pianificazione pluriennale economica e sociale, nel rispetto delle condizioni di salvaguardia ambientale che permettono di non superare i livelli oltre i quali possano essere innescati processi irreversibili di degrado. Alle aree protette si riconosce dunque una nuova funzione di territori di pregio in cui sperimentare nuovi modelli di crescita economica sostenibile, integrata e rispettosa dell’ambiente, costituendo così un luogo privilegiato per il management dello sviluppo locale (Buongiorno e Intini, 2019). Nell’ambito di tale evoluzione, trova giustificazione la più recente visione del turismo quale opportunità per il territorio: è infatti emerso che un turismo di qualità, in grado di conservare l’ambiente e sostenere il benessere delle popolazioni locali, rappresenti un fattore di cruciale importanza per lo sviluppo non solo dei parchi, ma anche dei territori ad essi correlati (Bergantino et al., 2020). Tuttavia, resta evidente l’esistenza di un trade-off tra quantità di beni e servizi richiesti e offerti per il turismo, da un lato, e qualità dell’ambiente dall’altro, la cui intensità dipende strettamente dal tipo di risorse locali su cui è basato il turismo, dalla qualità e dimensione dei flussi attivati e dal livello di salvaguardia e manutenzione delle risorse. È proprio la necessità di ridurre l’intensità di questo trade-off a rendere necessaria e ineludibile un’oculata gestione turistica del territorio, in modo tale da garantire crescita economica e tutela ambientale, specialmente quando uno dei fattori attrattivi posto alla base della crescita è costituito proprio dalla qualità ambientale, come nel caso delle aree protette.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/359754
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact