Il reddito realizzato dalle multinazionali attive nel settore dell’economia digitale e che operano nel mercato europeo è apolide in quanto sfugge alla tassazione in più di un Paese. Queste grandi società sono accusate di avvantaggiarsi di sistemi tributari nazionali vecchi e tradizionali al fine di evitare la tassazione tramite strumenti di ingegneria fiscale. Tale fenomeno pare particolarmente intenso nel settore dell’economia digitale in quanto le disposizioni fiscali non sono più in grado di catturare la materia imponibile che sempre più dipende dalle immobilizzazioni immateriali e dal commercio on line. A seguito del mandato del G20, l’OCSE sta lavorando ad una soluzione per la tassazione dell’economia digitale nell’ambito del progetto BEPS. A causa della lunghezza dei lavori a livello internazionale che finiranno solo alla fine del 2020, l’Unione Europea sta tentando di giocare d’anticipo: a marzo 2018, la Commissione europea ha presentato una proposta di riforma riguardante la stabile organizzazione e l’istituzione di un’imposta sui servizi digitali ad interim. Lo scopo del contributo è quello di offrire un’analisi delle proposte europee di tassazione dell’economia digitale nell’ambito dell’ordinamento unionale e, in particolare, di indagare le misure unilaterali adottate dagli Stati membri. Sebbene ci siano evidenti difficoltà per adottare una condivisa web tax europea, la frammentata tassazione degli Stati membri ha diversi punti di contatto con la proposta europea, formando una sorta di modello europeo di tassazione ad interim, che potrebbe essere sostenuto nell’ambito dei lavori dell’OCSE.

Is the EU Heading Towards an ad interim Web Tax?

Claudio Sciancalepore
2020-01-01

Abstract

Il reddito realizzato dalle multinazionali attive nel settore dell’economia digitale e che operano nel mercato europeo è apolide in quanto sfugge alla tassazione in più di un Paese. Queste grandi società sono accusate di avvantaggiarsi di sistemi tributari nazionali vecchi e tradizionali al fine di evitare la tassazione tramite strumenti di ingegneria fiscale. Tale fenomeno pare particolarmente intenso nel settore dell’economia digitale in quanto le disposizioni fiscali non sono più in grado di catturare la materia imponibile che sempre più dipende dalle immobilizzazioni immateriali e dal commercio on line. A seguito del mandato del G20, l’OCSE sta lavorando ad una soluzione per la tassazione dell’economia digitale nell’ambito del progetto BEPS. A causa della lunghezza dei lavori a livello internazionale che finiranno solo alla fine del 2020, l’Unione Europea sta tentando di giocare d’anticipo: a marzo 2018, la Commissione europea ha presentato una proposta di riforma riguardante la stabile organizzazione e l’istituzione di un’imposta sui servizi digitali ad interim. Lo scopo del contributo è quello di offrire un’analisi delle proposte europee di tassazione dell’economia digitale nell’ambito dell’ordinamento unionale e, in particolare, di indagare le misure unilaterali adottate dagli Stati membri. Sebbene ci siano evidenti difficoltà per adottare una condivisa web tax europea, la frammentata tassazione degli Stati membri ha diversi punti di contatto con la proposta europea, formando una sorta di modello europeo di tassazione ad interim, che potrebbe essere sostenuto nell’ambito dei lavori dell’OCSE.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/357831
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