La rappresentazione di particolari sistemi valoriali nella codificazione degli accadimenti ha prodotto, nell’evoluzione della storia, variazioni importanti nella costruzione del ‘tempo’ pubblico. L’affermazione dirompente del cristianesimo si manifestò nell’istituzione del dies dominica come giorno festivo secondo un’ ‘idea’ diversa del tempo e della fedeltà all’osservanza delle norme favorendo una originale concezione del fluire degli eventi, in una successione scandita da propri ritmi religiosi nel cammino terreno. In un ribaltamento delle prospettive, in un momento di netta frattura con il passato, gli ideali repubblicani portarono ad un’ assolutistica visione laica del tempo in un tentativo di introdurre un calendario civile nel quale, in un rivoluzionario mutamento della dinamica memoriale degli eventi nel senso del culto e del dominio dell’uomo, le ricorrenze sacre furono soppiantate dalle celebrazioni dei valori sociali e delle virtù civiche. Il recupero del ‘tempo’ cristiano, unitamente all’affermarsi della secolarizzazione, ha determinato, poi, nel contesto sociale, la convivenza di modelli cultuali e il sorgere di nuovi rituali collettivi. Il tramonto di un’omogeneità ideologica diversa prospettiva nel senso dell’ottica pluridirezionale del tempo civile in uno schema aperto all’alternatività. Sul versante della continuità dei princìpi che regolano lo scandire del tempo, sia pure nello sviluppo delle modalità espressive, interessanti risultano le numerose petizioni inviate dai governi nazionali volte alla correzione di un’ agenda a cura della Commissione europea (c.d. Diario Europa) che, con riferimento all’anno scolastico 2010/2011, aveva soppresso le principali festività cristiane; ancor di più, risultano significativi sia l’immediato accoglimento delle stesse, con il ripristino del Natale e della Pasqua nell’edizione successiva del calendario negli Stati membri dell’UE, sia l’impegno politicamente assunto a non ripetere in futuro quell’inammissibile ‘bourde’. culturale, identificantesi con le religioni tradizionalmente intese, ha definito il profilarsi di una

Calendario e religioni: il diario Europa e le festività laiche

VENTRELLA, Carmela
2013-01-01

Abstract

La rappresentazione di particolari sistemi valoriali nella codificazione degli accadimenti ha prodotto, nell’evoluzione della storia, variazioni importanti nella costruzione del ‘tempo’ pubblico. L’affermazione dirompente del cristianesimo si manifestò nell’istituzione del dies dominica come giorno festivo secondo un’ ‘idea’ diversa del tempo e della fedeltà all’osservanza delle norme favorendo una originale concezione del fluire degli eventi, in una successione scandita da propri ritmi religiosi nel cammino terreno. In un ribaltamento delle prospettive, in un momento di netta frattura con il passato, gli ideali repubblicani portarono ad un’ assolutistica visione laica del tempo in un tentativo di introdurre un calendario civile nel quale, in un rivoluzionario mutamento della dinamica memoriale degli eventi nel senso del culto e del dominio dell’uomo, le ricorrenze sacre furono soppiantate dalle celebrazioni dei valori sociali e delle virtù civiche. Il recupero del ‘tempo’ cristiano, unitamente all’affermarsi della secolarizzazione, ha determinato, poi, nel contesto sociale, la convivenza di modelli cultuali e il sorgere di nuovi rituali collettivi. Il tramonto di un’omogeneità ideologica diversa prospettiva nel senso dell’ottica pluridirezionale del tempo civile in uno schema aperto all’alternatività. Sul versante della continuità dei princìpi che regolano lo scandire del tempo, sia pure nello sviluppo delle modalità espressive, interessanti risultano le numerose petizioni inviate dai governi nazionali volte alla correzione di un’ agenda a cura della Commissione europea (c.d. Diario Europa) che, con riferimento all’anno scolastico 2010/2011, aveva soppresso le principali festività cristiane; ancor di più, risultano significativi sia l’immediato accoglimento delle stesse, con il ripristino del Natale e della Pasqua nell’edizione successiva del calendario negli Stati membri dell’UE, sia l’impegno politicamente assunto a non ripetere in futuro quell’inammissibile ‘bourde’. culturale, identificantesi con le religioni tradizionalmente intese, ha definito il profilarsi di una
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