L’autonomia differenziata di cui all’art. 116, 3° comma, del dettato costituzionale è tornata prepotentemente al centro dell’attenzione a seguito delle recenti iniziative di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto volte ad avviare il percorso di maggiore autonomia. Le trattative tra le regioni ed il Governo sull’attuazione del federalismo differenziato si sono concentrate principalmente sui profili finanziari ed hanno dato alla luce alcune bozze di intesa. Successivamente il Ministro per gli affari regionali ha proposto una bozza di legge cornice che detta disposizioni sulla procedura per l’attuazione del federalismo differenziato su cui occorre concentrare l’attenzione. Il lavoro si sofferma sugli aspetti tributari e di finanza pubblica delle bozze di intesa e dello schema di legge quadro al fine di far emergere opportunità e difficoltà del federalismo differenziato. Particolare attenzione è dedicata all’individuazione dei margini di manovrabilità dei tributi regionali, in un’ottica di federalismo asimmetrico, al fine di valutare la compatibilità con l’ordinamento europeo delle politiche regionali di fiscalità di vantaggio.

Il federalismo differenziato tra difficoltà applicative e politiche regionali di fiscalità di vantaggio

Claudio Sciancalepore
2020-01-01

Abstract

L’autonomia differenziata di cui all’art. 116, 3° comma, del dettato costituzionale è tornata prepotentemente al centro dell’attenzione a seguito delle recenti iniziative di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto volte ad avviare il percorso di maggiore autonomia. Le trattative tra le regioni ed il Governo sull’attuazione del federalismo differenziato si sono concentrate principalmente sui profili finanziari ed hanno dato alla luce alcune bozze di intesa. Successivamente il Ministro per gli affari regionali ha proposto una bozza di legge cornice che detta disposizioni sulla procedura per l’attuazione del federalismo differenziato su cui occorre concentrare l’attenzione. Il lavoro si sofferma sugli aspetti tributari e di finanza pubblica delle bozze di intesa e dello schema di legge quadro al fine di far emergere opportunità e difficoltà del federalismo differenziato. Particolare attenzione è dedicata all’individuazione dei margini di manovrabilità dei tributi regionali, in un’ottica di federalismo asimmetrico, al fine di valutare la compatibilità con l’ordinamento europeo delle politiche regionali di fiscalità di vantaggio.
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