Dal 2014 al 2016 è stato eseguito un intervento di manutenzione straordinaria sul colosso bronzeo di Barletta, unico bronzo tardoantico ancora ad essere esposto all’aperto. L’occasione del restauro e i risultati ottenuti hanno consentito di ritornare a discutere su vecchi e nuovi problemi che da sempre hanno caratterizzato l’esistenza dell’opera: la sua identità in relazione al contesto della statuaria antica e tardoantica, il leggendario trasferimento da Bisanzio a Venezia e le vicende relative alla sua risemantizzazione nel contesto della cittadina pugliese a partire dall’età medievale fino all’abbattimento del Sedile del popolo che faceva da sfondo alla statua. ‘Due vite’, appunto, le cui vicende non scorrono parallele ma si sovrappongono condizionandosi a vicenda, trasformando di fatto il Colosso in un ‘problema artistico insoluto’. Il volume affronta queste problematiche partendo dall’età tardoantica e discutendo sulla possibile identità del manufatto ( Bente Kiilerich, The Barletta Colossus and the problem of its identity), sul suo arrivo nella cittadina pugliese (Victor Rivera Magos, Il Colosso e la città angioina alle origini del legame tra la statua di Eraclio e la platea Sancti Sepulcri); del suo significato quale elemento dell’arredo urbano tra XIV e XV secolo (Sylvie Pollastri, Le Colosse de Barletta. L’image et sa construction civique des Angevins aux Aragona; Angelo Ambrosi, Una statua colossale nella città). Viene inoltre analizzata la storia del Colosso da un punto di vista storico-artistico (Luisa Derosa, La 'seconda vita' del Colosso: un percorso a ritroso. XIX-V secolo). La seconda parte del volume è relativa ai dati emersi nel recente restauro , mirato alla verifica dell’ innovativo sistema di messa in sicurezza della statua ottenuto realizzando un’armatura interna in acciaio (Doriana De Tommasi e Giambattista De Tommasi, I restauri del Colosso; Giambattista De Tommasi e Fabio Mastrofilippo, Scheda tecnica dei lavori di manutenzione e restauro eseguiti); alle indagini diagnostiche per la datazione del manufatto (Emanuela Sibilia e Francesco Maspero, Le analisi di termoluminescenza delle terre di fusione del Colosso); all’individuazione delle eventuali cause di alterazione e/o deterioramento del metallo (Maurizio Marabelli, Una campagna di indagini non distruttive finalizzata allo studio e alla conservazione del Colosso di Barletta) Il volume, grazie alla collaborazione con il Polo Museale della Puglia (Mibact), presenta una nuova campagna fotografica dell’opera dopo il restauro (Beppe Gernone). In appendice sono pubblicati una serie di documenti inediti (Archivio Centrale dello Stato di Roma) che intrecciati a fonti a stampa e resoconti giornalistici ricostruiscono la vicenda dell'abbattimento del Sedile del Popolo.

Le due vite del Colosso. Storia, arte, conservazione e restauro del bronzo di Barletta

L. Derosa;
2019-01-01

Abstract

Dal 2014 al 2016 è stato eseguito un intervento di manutenzione straordinaria sul colosso bronzeo di Barletta, unico bronzo tardoantico ancora ad essere esposto all’aperto. L’occasione del restauro e i risultati ottenuti hanno consentito di ritornare a discutere su vecchi e nuovi problemi che da sempre hanno caratterizzato l’esistenza dell’opera: la sua identità in relazione al contesto della statuaria antica e tardoantica, il leggendario trasferimento da Bisanzio a Venezia e le vicende relative alla sua risemantizzazione nel contesto della cittadina pugliese a partire dall’età medievale fino all’abbattimento del Sedile del popolo che faceva da sfondo alla statua. ‘Due vite’, appunto, le cui vicende non scorrono parallele ma si sovrappongono condizionandosi a vicenda, trasformando di fatto il Colosso in un ‘problema artistico insoluto’. Il volume affronta queste problematiche partendo dall’età tardoantica e discutendo sulla possibile identità del manufatto ( Bente Kiilerich, The Barletta Colossus and the problem of its identity), sul suo arrivo nella cittadina pugliese (Victor Rivera Magos, Il Colosso e la città angioina alle origini del legame tra la statua di Eraclio e la platea Sancti Sepulcri); del suo significato quale elemento dell’arredo urbano tra XIV e XV secolo (Sylvie Pollastri, Le Colosse de Barletta. L’image et sa construction civique des Angevins aux Aragona; Angelo Ambrosi, Una statua colossale nella città). Viene inoltre analizzata la storia del Colosso da un punto di vista storico-artistico (Luisa Derosa, La 'seconda vita' del Colosso: un percorso a ritroso. XIX-V secolo). La seconda parte del volume è relativa ai dati emersi nel recente restauro , mirato alla verifica dell’ innovativo sistema di messa in sicurezza della statua ottenuto realizzando un’armatura interna in acciaio (Doriana De Tommasi e Giambattista De Tommasi, I restauri del Colosso; Giambattista De Tommasi e Fabio Mastrofilippo, Scheda tecnica dei lavori di manutenzione e restauro eseguiti); alle indagini diagnostiche per la datazione del manufatto (Emanuela Sibilia e Francesco Maspero, Le analisi di termoluminescenza delle terre di fusione del Colosso); all’individuazione delle eventuali cause di alterazione e/o deterioramento del metallo (Maurizio Marabelli, Una campagna di indagini non distruttive finalizzata allo studio e alla conservazione del Colosso di Barletta) Il volume, grazie alla collaborazione con il Polo Museale della Puglia (Mibact), presenta una nuova campagna fotografica dell’opera dopo il restauro (Beppe Gernone). In appendice sono pubblicati una serie di documenti inediti (Archivio Centrale dello Stato di Roma) che intrecciati a fonti a stampa e resoconti giornalistici ricostruiscono la vicenda dell'abbattimento del Sedile del Popolo.
2019
9788872289150
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