Il libro accoglie alcune riflessioni su tre santuari mariani della Capitanata: l’Iconavetere o Madonna dei Sette Veli di Foggia, la Madonna di Merino di Vieste e la Madonna del Soccorso di San Severo. L’Iconavetere di Foggia è un’immagine occultata, avvolta in veli almeno a partire dal XVII secolo, probabilmente per mascherare un evento traumatico che ne aveva compromesso la visibilità. La tradizione letteraria ha costruito intorno alla tavola una serie di episodi che hanno accresciuto la devozione: la prodigiosa inventio nella palude dell’icona avvolta in veli scuri nell’XI secolo, le miracolose apparizioni del volto della Vergine dopo il terremoto del 1731, l’affiancamento dei Santi Guglielmo e Pellegrino, giunti a Foggia in pellegrinaggio per rendere omaggio all’icona e morti qui dopo l’arrivo, il legame della Madonna con la città, dalla fondazione alla rinascita dopo il terremoto. La Madonna di Merino è una scultura lignea policroma, in origine parte di un gruppo scultoreo dell’Annunciazione. La leggenda di fondazione del santuario riassume elementi interessanti, in parte comuni ad altri episodi: innanzitutto, il prodigioso rinvenimento della statua sulla spiaggia di Scialmarino o sull’acqua, avvenuto agli inizi del XV secolo. La Madonna del Soccorso di San Severo, nata in ambito agostiniano, si lega successivamente alla Confraternita del Soccorso e assolve funzioni di patronato e protezione della città e della campagna, in particolare della produzione cerealicola. La Confraternita acquista nel XVIII secolo una fisionomia esclusiva e si lega al ceto dei ‘massari’ e dei proprietari terrieri sanseveresi, rifiutando l’ingresso di esponenti di altri ceti sociali.

Il mare, i veli, i pellegrini. Culto mariano in Capitanata

BIANCO, Rosanna
2012-01-01

Abstract

Il libro accoglie alcune riflessioni su tre santuari mariani della Capitanata: l’Iconavetere o Madonna dei Sette Veli di Foggia, la Madonna di Merino di Vieste e la Madonna del Soccorso di San Severo. L’Iconavetere di Foggia è un’immagine occultata, avvolta in veli almeno a partire dal XVII secolo, probabilmente per mascherare un evento traumatico che ne aveva compromesso la visibilità. La tradizione letteraria ha costruito intorno alla tavola una serie di episodi che hanno accresciuto la devozione: la prodigiosa inventio nella palude dell’icona avvolta in veli scuri nell’XI secolo, le miracolose apparizioni del volto della Vergine dopo il terremoto del 1731, l’affiancamento dei Santi Guglielmo e Pellegrino, giunti a Foggia in pellegrinaggio per rendere omaggio all’icona e morti qui dopo l’arrivo, il legame della Madonna con la città, dalla fondazione alla rinascita dopo il terremoto. La Madonna di Merino è una scultura lignea policroma, in origine parte di un gruppo scultoreo dell’Annunciazione. La leggenda di fondazione del santuario riassume elementi interessanti, in parte comuni ad altri episodi: innanzitutto, il prodigioso rinvenimento della statua sulla spiaggia di Scialmarino o sull’acqua, avvenuto agli inizi del XV secolo. La Madonna del Soccorso di San Severo, nata in ambito agostiniano, si lega successivamente alla Confraternita del Soccorso e assolve funzioni di patronato e protezione della città e della campagna, in particolare della produzione cerealicola. La Confraternita acquista nel XVIII secolo una fisionomia esclusiva e si lega al ceto dei ‘massari’ e dei proprietari terrieri sanseveresi, rifiutando l’ingresso di esponenti di altri ceti sociali.
2012
978-88-8431-510-6
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