Negli anni ’50, in Italia aleggiava la consapevolezza che la ricerca scientifica cominciasse a subire dei mutamenti indotti dalla nascente tecnologia informatica. A Milano, a Pisa e a Roma, pressoché contemporaneamente, vennero installati e attivati i primi tre grandi “cervelli elettronici” che diedero inizio alla storia della computazione in Italia. A Roma, all’Istituto Nazionale per le Applicazioni del Calcolo del CNR, costituito grazie alla volontà del matematico Mauro Picone, la scelta cadde sul Ferranti Mark I*, finanziato in parte dal CNR e in parte con i fondi del piano Marshall. Mauro Picone ha lasciato una grande eredità scientifica, profeticamente ha visto il futuro della matematica nelle applicazioni al calcolo elettronico, eredità trasmessa nella sua scuola e ai suoi numerosi discepoli.
Mauro Picone. L’uomo che riconobbe nei numeri il futuro dell’informatica italiana
carla petrocelli
2020-01-01
Abstract
Negli anni ’50, in Italia aleggiava la consapevolezza che la ricerca scientifica cominciasse a subire dei mutamenti indotti dalla nascente tecnologia informatica. A Milano, a Pisa e a Roma, pressoché contemporaneamente, vennero installati e attivati i primi tre grandi “cervelli elettronici” che diedero inizio alla storia della computazione in Italia. A Roma, all’Istituto Nazionale per le Applicazioni del Calcolo del CNR, costituito grazie alla volontà del matematico Mauro Picone, la scelta cadde sul Ferranti Mark I*, finanziato in parte dal CNR e in parte con i fondi del piano Marshall. Mauro Picone ha lasciato una grande eredità scientifica, profeticamente ha visto il futuro della matematica nelle applicazioni al calcolo elettronico, eredità trasmessa nella sua scuola e ai suoi numerosi discepoli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.