La perenne emergenza è il titolo di un fortunato saggio di Sergio Moccia, pubblicato per la prima volta nel 1997, che scandagliò, nella prospettiva di un'inedita visione sistemica del fenomeno, i (già all'epoca) numerosi affioramenti nel sistema penale dell'habitus legislativo di utilizzare il diritto penale quale strumento di lotta dell'eruzione acuta di manifestazioni criminose più o meno endemiche, radicate o insidiose. La perenne emergenza notava nella prefazione Alessandro Baratta è, quindi, un titolo doppiamente felice, perché parla del male cronico del diritto penale moderno e della sua declinazione più recente, che secondo l'autore può farsi iniziare in Italia con l'entrata in vigore della "Legge Reale" del 1975. In quest ottica, la perenne emergenza allude sia ad una legislazione penale compulsiva, che vorrebbe celebrare l'efficienza della risposta sanzionatoria mentre spesso è solo la plateale espressione di un uso simbolico della risorsa punitiva, sia all'emergenza perenne di un diritto penale della «distanza assiologica», disancorato dai principi di garanzia della Carta e delle Carte regionali.

Perenne emergenza, emergenza ed emergenza perenne

Losappio
2020-01-01

Abstract

La perenne emergenza è il titolo di un fortunato saggio di Sergio Moccia, pubblicato per la prima volta nel 1997, che scandagliò, nella prospettiva di un'inedita visione sistemica del fenomeno, i (già all'epoca) numerosi affioramenti nel sistema penale dell'habitus legislativo di utilizzare il diritto penale quale strumento di lotta dell'eruzione acuta di manifestazioni criminose più o meno endemiche, radicate o insidiose. La perenne emergenza notava nella prefazione Alessandro Baratta è, quindi, un titolo doppiamente felice, perché parla del male cronico del diritto penale moderno e della sua declinazione più recente, che secondo l'autore può farsi iniziare in Italia con l'entrata in vigore della "Legge Reale" del 1975. In quest ottica, la perenne emergenza allude sia ad una legislazione penale compulsiva, che vorrebbe celebrare l'efficienza della risposta sanzionatoria mentre spesso è solo la plateale espressione di un uso simbolico della risorsa punitiva, sia all'emergenza perenne di un diritto penale della «distanza assiologica», disancorato dai principi di garanzia della Carta e delle Carte regionali.
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