Una riflessione sul ruolo del capitale nell’impresa bancaria consente di offrire una conferma degli interessi tutelati dal sistema bancario. Nell’impresa bancaria la normativa regolamentare si preoccupa di assicurare un rapporto minimo tra patrimonio di vigilanza di cui la banca dispone e attività della stessa, in considerazione della sua rischiosità, giacché il capitale regolamentare viene commisurato ai rischi assunti dalla banca. I fon-di propri diventano così il primo presidio di fronte ai rischi connessi all’attività bancaria e, al con-tempo, parametro di riferimento per le valutazioni dell’Autorità di Vigilanza. La determinazione del capitale interno complessivo diventa il frutto di un processo organizzativo che, insieme all’adozione di adeguati sistemi di governo e gestione del rischio di liquidità, costituisce parte inte-grante della gestione aziendale e contribuisce a determinare le strategie e l’operatività corrente delle banche. L’intero sistema preordinato all’individuazione dei requisiti patrimoniali è espressione del requisito dell’organizzazione e diventa funzionale al perseguimento del principio di sana e prudente gestio-ne. Il legislatore, nelle società bancarie, oltre a irrigidire la disciplina sul capitale, ritiene essenziale il principio della sana e prudente gestione, principio cardine di tutto il sistema del diritto della regola-zione. La sana e prudente gestione diventa funzionale al conseguimento degli scopi che si prefigge l’art. 47 Cost., creando un collegamento tra sana e prudente gestione e tutela del risparmio. Dall'analisi compiuta sulla disciplina del capitale sociale nell’impresa bancaria si possono cogliere tre spunti di riflessione: 1) nel rapporto tra pretese individuali patrimonio e interessi collettivi emerge come ciascuna pretese individuale contenga un segmento di interesse pubblico e assume una valenza organizzativa della società; 2) con la fissazione dei requisiti patrimoniali da parte dell'autorità di vigilanza si comprimono gli spazi di autonomia delle società bancarie per riequili-brare la tutela degli interessi, sicché la regolazione diventa criterio ordinatore dell'autorità e della libertà; 3) l'intervento dell’Autorità di Vigilanza trova la sua legittimazione nell’art. 47 Cost. e per-segue lo scopo di massimizzare l'interesse pubblico inteso come tutela del risparmio, sicché il suo potere si legittima se e nella misura in cui massimizza il godimento dei diritti della persona e bilan-cia la componente comprimibile di quei diritti.

L’organizzazione del capitale nell’impresa bancaria

Calderazzi Rosa
2020-01-01

Abstract

Una riflessione sul ruolo del capitale nell’impresa bancaria consente di offrire una conferma degli interessi tutelati dal sistema bancario. Nell’impresa bancaria la normativa regolamentare si preoccupa di assicurare un rapporto minimo tra patrimonio di vigilanza di cui la banca dispone e attività della stessa, in considerazione della sua rischiosità, giacché il capitale regolamentare viene commisurato ai rischi assunti dalla banca. I fon-di propri diventano così il primo presidio di fronte ai rischi connessi all’attività bancaria e, al con-tempo, parametro di riferimento per le valutazioni dell’Autorità di Vigilanza. La determinazione del capitale interno complessivo diventa il frutto di un processo organizzativo che, insieme all’adozione di adeguati sistemi di governo e gestione del rischio di liquidità, costituisce parte inte-grante della gestione aziendale e contribuisce a determinare le strategie e l’operatività corrente delle banche. L’intero sistema preordinato all’individuazione dei requisiti patrimoniali è espressione del requisito dell’organizzazione e diventa funzionale al perseguimento del principio di sana e prudente gestio-ne. Il legislatore, nelle società bancarie, oltre a irrigidire la disciplina sul capitale, ritiene essenziale il principio della sana e prudente gestione, principio cardine di tutto il sistema del diritto della regola-zione. La sana e prudente gestione diventa funzionale al conseguimento degli scopi che si prefigge l’art. 47 Cost., creando un collegamento tra sana e prudente gestione e tutela del risparmio. Dall'analisi compiuta sulla disciplina del capitale sociale nell’impresa bancaria si possono cogliere tre spunti di riflessione: 1) nel rapporto tra pretese individuali patrimonio e interessi collettivi emerge come ciascuna pretese individuale contenga un segmento di interesse pubblico e assume una valenza organizzativa della società; 2) con la fissazione dei requisiti patrimoniali da parte dell'autorità di vigilanza si comprimono gli spazi di autonomia delle società bancarie per riequili-brare la tutela degli interessi, sicché la regolazione diventa criterio ordinatore dell'autorità e della libertà; 3) l'intervento dell’Autorità di Vigilanza trova la sua legittimazione nell’art. 47 Cost. e per-segue lo scopo di massimizzare l'interesse pubblico inteso come tutela del risparmio, sicché il suo potere si legittima se e nella misura in cui massimizza il godimento dei diritti della persona e bilan-cia la componente comprimibile di quei diritti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11586/315065
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