All’inizio della didattica tout court vi sono i “processi mediatori”. Cosa c’è “dentro” tali processi? Gli oggetti culturali, ovvero i saperi (e le relative pratiche sociali) all’atto della loro didattizzazione e assiologizzazione e gli strumenti didattici, intesi come “attrezzi” e “tecniche” per utilizzarli (Damiano, 2013). Gli strumenti sono anch’essi artefatti elaborati come conoscenze procedurali ma, per quanto ampio sia tale ambito della didattica comprensivo di tutti i possibili mediatori e strategie utilizzabili dall’insegnante, è sufficiente entrare in una classe scolastica per rendersi conto della quantità di “attrezzi” e di “tecniche” in uso che eccedono qualsiasi tentativo di sistematizzazione. È questo, probabilmente l’esito dello sviluppo dei modelli tecnologici per l’istruzione e delle pratiche didattiche di active learning, basate soprattutto sul learning by doing, sul learner-centered, insegne dell’attivismo pedagogico, e/o sul nuovo prototipo dell’hackathon (conosciuto come hack day o hackfest) che unisce il fare al pensare, l’agire al comprendere, rivoluzionando i tempi canonici della didattica scolastica. Entro questa prospettiva uno dei problemi teorici più rilevanti della didattica contemporanea è diventato quello della ricerca degli strumenti e dei dispositivi attraverso i quali indurre apprendimenti efficaci, significativi e stabili. La “via” della ricerca dischiusa dall’active learning sembra, a questo proposito, la più promettente.

Didattica e pratiche dell’active learning

Perla L.
2020-01-01

Abstract

All’inizio della didattica tout court vi sono i “processi mediatori”. Cosa c’è “dentro” tali processi? Gli oggetti culturali, ovvero i saperi (e le relative pratiche sociali) all’atto della loro didattizzazione e assiologizzazione e gli strumenti didattici, intesi come “attrezzi” e “tecniche” per utilizzarli (Damiano, 2013). Gli strumenti sono anch’essi artefatti elaborati come conoscenze procedurali ma, per quanto ampio sia tale ambito della didattica comprensivo di tutti i possibili mediatori e strategie utilizzabili dall’insegnante, è sufficiente entrare in una classe scolastica per rendersi conto della quantità di “attrezzi” e di “tecniche” in uso che eccedono qualsiasi tentativo di sistematizzazione. È questo, probabilmente l’esito dello sviluppo dei modelli tecnologici per l’istruzione e delle pratiche didattiche di active learning, basate soprattutto sul learning by doing, sul learner-centered, insegne dell’attivismo pedagogico, e/o sul nuovo prototipo dell’hackathon (conosciuto come hack day o hackfest) che unisce il fare al pensare, l’agire al comprendere, rivoluzionando i tempi canonici della didattica scolastica. Entro questa prospettiva uno dei problemi teorici più rilevanti della didattica contemporanea è diventato quello della ricerca degli strumenti e dei dispositivi attraverso i quali indurre apprendimenti efficaci, significativi e stabili. La “via” della ricerca dischiusa dall’active learning sembra, a questo proposito, la più promettente.
2020
978-88-99900-50-2
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