Se si accetta l’assunto per cui la corretta relazione tra individui presuppone il rispetto della libertà e la consapevolezza della responsabilità dell’altro, consegue che sia giustificata la dimensione deontologica del rapporto tra gli uomini. Quindi, se il progredire dell’uomo deriva dalla sua educazione, allora anche la misura degli stimoli in essere nei rapporti tra gli individui è rappresentativa del livello di civiltà del gruppo. Indagare su un livello di civiltà deve necessariamente considerare la relazione interpersonale tra i membri del gruppo, indipendentemente dal giudizio sui fatti. Occorre però indagare nello scenario attuale una dimensione nuova: Vilém Flusser aveva parlato della rivoluzione digitale come “tecnica dell’amore del prossimo” per cui la connessione tra gli uomini attraverso la rete avrebbe creato le condizioni, rivelatesi oggi utopistiche se non false, per un compimento dell’amore del prossimo. L’uomo rigetta il risultato del neoliberismo come sistema sotto la forma dell’angoscia esistenziale che deriva dalla proliferazione dell’uguale messa in atto dalla globalizzazione e in mancanza di una politica vitale sorge una massa resa insicura e guidata dall’angoscia. È interessante, a questo proposito, il tentativo che troviamo nell’opera di Martin Buber di cogliere, nell’accordo dell’anima con se stessa, la “conoscenza” con l’altro, che forse può ancora salvare l’umanità stessa. If you accept the assumption that the correct relationship between individuals presuppose the respect for freedom and the awareness of responsibility of the other, it follows that the deontological dimension of the relationship between people is giustified. So if man's progress comes from his upbringing, then the measure of the stimuli put in place in relationships between individuals is also representative of the level of civilization of the group. Investigating a level of civilization must necessarily consider the interpersonal relationship between group members, regardless of the judgment on the facts. However, a new dimension must be investigated in the current scenario: Vilém Flusser had spoken of the digital revolution as a "technique of the love of others" thus the connection between men through the network would create the conditions, revealed today utopian if not false, for the fulfillment of the love of others. People rejects the neoliberalism as a system in the form of existential anxiety that resultsfrom the proliferation of the “same” born by the globalisation; in the absence of a vital policy peolpe are insecure and guided by anxiety. In this regard, it is interesting to find in Martin Buber's work, in the agreement of the soul with itself, the "knowledge" with the other, which perhaps can still save humanity itself.

La dimensione dialogica nella costruzione del soggetto/persona. Paradigmi interpretativi per una rinnovata paideia

Rubini Antonia
2020-01-01

Abstract

Se si accetta l’assunto per cui la corretta relazione tra individui presuppone il rispetto della libertà e la consapevolezza della responsabilità dell’altro, consegue che sia giustificata la dimensione deontologica del rapporto tra gli uomini. Quindi, se il progredire dell’uomo deriva dalla sua educazione, allora anche la misura degli stimoli in essere nei rapporti tra gli individui è rappresentativa del livello di civiltà del gruppo. Indagare su un livello di civiltà deve necessariamente considerare la relazione interpersonale tra i membri del gruppo, indipendentemente dal giudizio sui fatti. Occorre però indagare nello scenario attuale una dimensione nuova: Vilém Flusser aveva parlato della rivoluzione digitale come “tecnica dell’amore del prossimo” per cui la connessione tra gli uomini attraverso la rete avrebbe creato le condizioni, rivelatesi oggi utopistiche se non false, per un compimento dell’amore del prossimo. L’uomo rigetta il risultato del neoliberismo come sistema sotto la forma dell’angoscia esistenziale che deriva dalla proliferazione dell’uguale messa in atto dalla globalizzazione e in mancanza di una politica vitale sorge una massa resa insicura e guidata dall’angoscia. È interessante, a questo proposito, il tentativo che troviamo nell’opera di Martin Buber di cogliere, nell’accordo dell’anima con se stessa, la “conoscenza” con l’altro, che forse può ancora salvare l’umanità stessa. If you accept the assumption that the correct relationship between individuals presuppose the respect for freedom and the awareness of responsibility of the other, it follows that the deontological dimension of the relationship between people is giustified. So if man's progress comes from his upbringing, then the measure of the stimuli put in place in relationships between individuals is also representative of the level of civilization of the group. Investigating a level of civilization must necessarily consider the interpersonal relationship between group members, regardless of the judgment on the facts. However, a new dimension must be investigated in the current scenario: Vilém Flusser had spoken of the digital revolution as a "technique of the love of others" thus the connection between men through the network would create the conditions, revealed today utopian if not false, for the fulfillment of the love of others. People rejects the neoliberalism as a system in the form of existential anxiety that resultsfrom the proliferation of the “same” born by the globalisation; in the absence of a vital policy peolpe are insecure and guided by anxiety. In this regard, it is interesting to find in Martin Buber's work, in the agreement of the soul with itself, the "knowledge" with the other, which perhaps can still save humanity itself.
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