Nel dicembre del 2013, la riattivazione di una grossa frana, classificabile come movimento roto-traslativo, ha coinvolto il versante meridionale dell’abitato di Montescaglioso (Basilicata), provocando ingenti danni a strutture e infrastrutture presenti in zona. Il corpo di frana mobilizzato è localizzato in una più vasta area sede in passato di antiche frane classificate come quiescenti, così che il fenomeno esaminato può essere considerato una riattivazione lungo una superficie di scivolamento pre-esistente, verosimilmente individuata all’interno di argille consistenti pleistoceniche sormontate in superficie da blocchi dislocati di calcareniti e brecce. L’evento franoso, avvenuto in data 3 dicembre 2013, è stato preceduto da eventi meteorici eccezionali per l’area sia nei giorni appena precedenti (1 e 2 dicembre), sia nei due mesi antecedenti (ottobre e novembre 2013) che possono aver determinato l’innesco del processo franoso lungo una superficie di scivolamento preesistente con caratteristiche di resistenza residue. La modellazione tridimensionale FEM (Finite Element Method) ha permesso di simulare i diversi scenari attraverso una analisi a ritroso calibrata secondo le misure registrate ai pluviometri e avvalendosi dei dati raccolti nella campagna di monitoraggio successiva al verificarsi del fenomeno franoso. Le indicazioni fornite dall’analisi FEM 3D risultano in buon accordo con le evidenze geomorfologiche di sito e aiutano a comprendere le cause di innesco di spostamenti particolarmente elevato.

Analisi del meccanismo di riattivazione di uno scorrimento profondo in argille: il caso della frana di Montescaglioso

Mario Parise
2020-01-01

Abstract

Nel dicembre del 2013, la riattivazione di una grossa frana, classificabile come movimento roto-traslativo, ha coinvolto il versante meridionale dell’abitato di Montescaglioso (Basilicata), provocando ingenti danni a strutture e infrastrutture presenti in zona. Il corpo di frana mobilizzato è localizzato in una più vasta area sede in passato di antiche frane classificate come quiescenti, così che il fenomeno esaminato può essere considerato una riattivazione lungo una superficie di scivolamento pre-esistente, verosimilmente individuata all’interno di argille consistenti pleistoceniche sormontate in superficie da blocchi dislocati di calcareniti e brecce. L’evento franoso, avvenuto in data 3 dicembre 2013, è stato preceduto da eventi meteorici eccezionali per l’area sia nei giorni appena precedenti (1 e 2 dicembre), sia nei due mesi antecedenti (ottobre e novembre 2013) che possono aver determinato l’innesco del processo franoso lungo una superficie di scivolamento preesistente con caratteristiche di resistenza residue. La modellazione tridimensionale FEM (Finite Element Method) ha permesso di simulare i diversi scenari attraverso una analisi a ritroso calibrata secondo le misure registrate ai pluviometri e avvalendosi dei dati raccolti nella campagna di monitoraggio successiva al verificarsi del fenomeno franoso. Le indicazioni fornite dall’analisi FEM 3D risultano in buon accordo con le evidenze geomorfologiche di sito e aiutano a comprendere le cause di innesco di spostamenti particolarmente elevato.
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