Questo volume abbozza una storia costituzionale del Regno di Napoli nel decisivo momento di passaggio dall’antico al nuovo regime, partendo dall’elaborazione del progetto costituzionale della Repubblica Napoletana del 1799 fino all’ultima fase del Regno murattiano con il suo epigono costituzionale. Varie sono le letture e le interpretazioni del Risorgimento ma forse giova ancora mettere in rilievo l’importanza delle vicende del regno di Napoli soprattutto sotto il profilo politico ed istituzionale. L’esperienza della Repubblica Napoletana, ad esempio, assume un significato fondamentale da diversi punti di vista. Il sacrificio degli intellettuali, seguito alla repressione del complotto giacobino del 1794 che vide tra le sue vittime il giovane Emanuele De Deo, ha offerto al Risorgimento e alla sua storiografia il primo Paantheon ideale di martiri illustri morti per mano del tiranno: la loro tragica fine sul patibolo borbonico costituì un esempio di insuperabili virtù patriottiche e al contempo determinerà la condanna irrevocabile dei Ferdinando IV e della sua dinastia da parte del movimento risorgimentale. La costituzione della Repubblica Napoletana, elaborata principalmente da Francesco Mario Pagano rappresentò il più deciso tentativo da parte delle cosiddette Repubbliche sorelle di discostarsi dal modello – per ragioni politiche assolutamente vincolante – della costituzione francese dell’anno III. Un tentativo forse idealistico, come si vedrà, ma pur sempre ispirato dall’esigenza di offrire al regno di Napoli una costituzione per quanto possibile nazionale. Un altro momento importante si ebbe con la concessione della Costituzione di Baiona da parte di Giuseppe Bonaparte: trascurata dalla storiografia perché “inattuata” e illiberale la prima costituzione formale del regno di Napoli ebbe invece un posto importante nella storia del Regno perché – nonostante i suoi limiti - riuscì a identificarsi con le istanze autonomistiche e libertarie dei napoletani. Ad essa e allo scialbo costituzionalismo napoleonico gli inglesi contrapposero due modelli più avanzati: la costituzione di Cadice e la Costituzione di Palermo, la prima a carattere democratico e la seconda liberale. Nel 1808, anno durante il quale la carboneria iniziò a diffondersi nel Mezzogiorno propagando idee costituzionali – si innescò iniziò quella che può definirsi la “guerra delle costituzioni”: una guerra che gli inglesi mossero per sottrarre consenso popolare a Napoleone ma che dopo la sua uscita di scena assunse un carattere popolare e nazionale

Costituzioni e costituzionalismo nel Regno di Napoli (1796-1815)

MASTROBERTI, Francesco
2014-01-01

Abstract

Questo volume abbozza una storia costituzionale del Regno di Napoli nel decisivo momento di passaggio dall’antico al nuovo regime, partendo dall’elaborazione del progetto costituzionale della Repubblica Napoletana del 1799 fino all’ultima fase del Regno murattiano con il suo epigono costituzionale. Varie sono le letture e le interpretazioni del Risorgimento ma forse giova ancora mettere in rilievo l’importanza delle vicende del regno di Napoli soprattutto sotto il profilo politico ed istituzionale. L’esperienza della Repubblica Napoletana, ad esempio, assume un significato fondamentale da diversi punti di vista. Il sacrificio degli intellettuali, seguito alla repressione del complotto giacobino del 1794 che vide tra le sue vittime il giovane Emanuele De Deo, ha offerto al Risorgimento e alla sua storiografia il primo Paantheon ideale di martiri illustri morti per mano del tiranno: la loro tragica fine sul patibolo borbonico costituì un esempio di insuperabili virtù patriottiche e al contempo determinerà la condanna irrevocabile dei Ferdinando IV e della sua dinastia da parte del movimento risorgimentale. La costituzione della Repubblica Napoletana, elaborata principalmente da Francesco Mario Pagano rappresentò il più deciso tentativo da parte delle cosiddette Repubbliche sorelle di discostarsi dal modello – per ragioni politiche assolutamente vincolante – della costituzione francese dell’anno III. Un tentativo forse idealistico, come si vedrà, ma pur sempre ispirato dall’esigenza di offrire al regno di Napoli una costituzione per quanto possibile nazionale. Un altro momento importante si ebbe con la concessione della Costituzione di Baiona da parte di Giuseppe Bonaparte: trascurata dalla storiografia perché “inattuata” e illiberale la prima costituzione formale del regno di Napoli ebbe invece un posto importante nella storia del Regno perché – nonostante i suoi limiti - riuscì a identificarsi con le istanze autonomistiche e libertarie dei napoletani. Ad essa e allo scialbo costituzionalismo napoleonico gli inglesi contrapposero due modelli più avanzati: la costituzione di Cadice e la Costituzione di Palermo, la prima a carattere democratico e la seconda liberale. Nel 1808, anno durante il quale la carboneria iniziò a diffondersi nel Mezzogiorno propagando idee costituzionali – si innescò iniziò quella che può definirsi la “guerra delle costituzioni”: una guerra che gli inglesi mossero per sottrarre consenso popolare a Napoleone ma che dopo la sua uscita di scena assunse un carattere popolare e nazionale
2014
978-88-6611-350-8
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