Con la sua riflessione sulla letteratura politica del Quattrocento, Carlo Curcio non intende solo riscattare dall’oblio una fase teorica di incubazione della modernità, oltretutto decisiva per la tradizione civile italiana. L’Umanesimo, che lo studioso napoletano valorizza sotto il profilo della storia del pensiero, rappresenta, infatti, un paradigma prezioso per indagare o approfondire altri ambiti tematici coltivati con assiduità, dalla figura di Machiavelli e della sua fortuna alla letteratura utopica, fino al problema della definizione di uno statuto epistemologico della storia delle dottrine politiche. Il contributo intende, pertanto, sottolineare la natura polisemica di questa interpretazione dell’Umanesimo politico e approfondire il nesso fra Umanesimo e modernità, che non può essere declinato, a giudizio di Curcio, prescindendo dall’evoluzione del rapporto fra Stato e individuo intervenuta nel XV secolo.
With his reflections on political literature of the 15th Century, Carlo Curcio doesn’t just aim to save from oblivion a theoretical phase incubating modernity, moreover a crucial one for the Italian civil tradition. Humanism, that the Neapolitan values under the history of thought profile, represents, in fact, a precious paradigm to investigate or delve into other thematic scopes regularly inspected, from the figure of Machiavelli and his fortune, to utopian literature, up to the problem of defining an epistemological statute for the history of political doctrines. This contribution therefore intends to underline the polysemic nature of this interpretation of political Humanism and to investigate the connection between Humanism and modernity, which cannot be defined, as per Curcio’s judgement, neglecting the evolution of the relationship between the State and the individual, that took place in the 15th Century.
Carlo Curcio e l’Umanesimo. Un’inedita interpretazione della modernità nella storia del pensiero politico
Mitarotondo L.
2020-01-01
Abstract
Con la sua riflessione sulla letteratura politica del Quattrocento, Carlo Curcio non intende solo riscattare dall’oblio una fase teorica di incubazione della modernità, oltretutto decisiva per la tradizione civile italiana. L’Umanesimo, che lo studioso napoletano valorizza sotto il profilo della storia del pensiero, rappresenta, infatti, un paradigma prezioso per indagare o approfondire altri ambiti tematici coltivati con assiduità, dalla figura di Machiavelli e della sua fortuna alla letteratura utopica, fino al problema della definizione di uno statuto epistemologico della storia delle dottrine politiche. Il contributo intende, pertanto, sottolineare la natura polisemica di questa interpretazione dell’Umanesimo politico e approfondire il nesso fra Umanesimo e modernità, che non può essere declinato, a giudizio di Curcio, prescindendo dall’evoluzione del rapporto fra Stato e individuo intervenuta nel XV secolo.File | Dimensione | Formato | |
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