Le nuove regole di produzione orientate al princìpio dell’economia circolare sembrano costituire da ultimo la via per rendere operativo il princìpio dello sviluppo sostenibile, massime nella gestione dei rifiuti. Nel 2018 è dunque stata varata dall’Unione europea una riforma composta da quattro direttive che mira al raggiungimento di una ambiziosa percentuale di riciclaggio, nella prospettiva della realizzazione di un’economia circolare in materia di rifiuti. Le ragioni di una indagine volta alla disamina delle peculiarità e/o delle affinità nelle modalità di gestione dei rifiuti negli ordinamenti italiano e brasiliano possono essere rinvenute sostanzialmente nella opportunità di comprendere meglio punti di contatto, limiti e criticità di entrambi i sistemi giuridici in materia di rifiuti, posto che essi vantano una collaborazione ultradecennale sui temi dell’ambiente, del territorio e della gestione delle risorse idriche. Dall’analisi condotta sovente sono emerse similitudini tra i due ordinamenti, almeno quanto ai princìpi ed alle forme organizzative, mentre si registrano talune particolarità dovute alle innegabili differenze geografiche, economiche e sociali, che meritano di sicuro qualche approfondimento. Tuttavia deve segnalarsi la (soltanto) parziale attuazione della legge brasiliana del 2010 sui rifiuti, a causa di un’applicazione «a macchia di leopardo», pur mostrando d’altra parte evidenti punti di forza quanto alla modernità dei princìpi e delle soluzioni organizzative proposte, che sembrano essere in linea con il princìpio dell’economia circolare.
La disciplina giuridica dei rifiuti in Brasile e in Italia: ordinamenti a confronto
G. Mastrodonato
2020-01-01
Abstract
Le nuove regole di produzione orientate al princìpio dell’economia circolare sembrano costituire da ultimo la via per rendere operativo il princìpio dello sviluppo sostenibile, massime nella gestione dei rifiuti. Nel 2018 è dunque stata varata dall’Unione europea una riforma composta da quattro direttive che mira al raggiungimento di una ambiziosa percentuale di riciclaggio, nella prospettiva della realizzazione di un’economia circolare in materia di rifiuti. Le ragioni di una indagine volta alla disamina delle peculiarità e/o delle affinità nelle modalità di gestione dei rifiuti negli ordinamenti italiano e brasiliano possono essere rinvenute sostanzialmente nella opportunità di comprendere meglio punti di contatto, limiti e criticità di entrambi i sistemi giuridici in materia di rifiuti, posto che essi vantano una collaborazione ultradecennale sui temi dell’ambiente, del territorio e della gestione delle risorse idriche. Dall’analisi condotta sovente sono emerse similitudini tra i due ordinamenti, almeno quanto ai princìpi ed alle forme organizzative, mentre si registrano talune particolarità dovute alle innegabili differenze geografiche, economiche e sociali, che meritano di sicuro qualche approfondimento. Tuttavia deve segnalarsi la (soltanto) parziale attuazione della legge brasiliana del 2010 sui rifiuti, a causa di un’applicazione «a macchia di leopardo», pur mostrando d’altra parte evidenti punti di forza quanto alla modernità dei princìpi e delle soluzioni organizzative proposte, che sembrano essere in linea con il princìpio dell’economia circolare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.