Il contributo prende in esame uno scolio serviano relativo allo stuprum di Lucrezia (Serv. ad Verg. Aen. 8.646) e ne discute gli scarti e le differenze rispetto alla tradizione storiografica attestata in Livio e in Dionigi di Alicarnasso. In particolare, l’attenzione si incentra sulla presenza nel "cubiculum" della matrona, insieme al "corruptor", di uno schiavo connotato come "Aethiops". Il confronto con l’ "excerptum" 2 di Calpurnio Flacco, con una perduta declamazione pseudoquintilianea (fr. 8 Lehnert = 4 Stramaglia) e con i vv. 593-601 della satira VI di Giovenale sembra ricondurre la versione serviana del racconto ad un motivo diffuso nella cultura di età imperiale, e in particolare, in ambito declamatorio.
Uno schiavo etiope nel cubiculum di Lucrezia (Serv. ad Verg. Aen. 8.646)
Graziana Brescia
2019-01-01
Abstract
Il contributo prende in esame uno scolio serviano relativo allo stuprum di Lucrezia (Serv. ad Verg. Aen. 8.646) e ne discute gli scarti e le differenze rispetto alla tradizione storiografica attestata in Livio e in Dionigi di Alicarnasso. In particolare, l’attenzione si incentra sulla presenza nel "cubiculum" della matrona, insieme al "corruptor", di uno schiavo connotato come "Aethiops". Il confronto con l’ "excerptum" 2 di Calpurnio Flacco, con una perduta declamazione pseudoquintilianea (fr. 8 Lehnert = 4 Stramaglia) e con i vv. 593-601 della satira VI di Giovenale sembra ricondurre la versione serviana del racconto ad un motivo diffuso nella cultura di età imperiale, e in particolare, in ambito declamatorio.File | Dimensione | Formato | |
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