Il contributo considera la poetica del riso nell'opera di Aldo Palazzeschi come quella di un autore, la cui sensibilità artistica è fondamentalmente diversa da quella di Filippo Tommaso Marinetti, ma dimostra comunque delle affinità con il futurismo. Nel suo manifesto "Il controdolore" (pubblicato nella rivista "Lacerba" il 15 gennaio 1914) Palazzeschi parla dell'arte del ridere con riferimento a Bergson, Pirandello e Freud, e della necessità di imparare a ridere su se stessi e sugli altri. Nei suoi racconti allegorici, che riprendono fra l'altro i personaggi del buffone e del gobbo, descrive la sua filosofia di vita, caratterizzata da autoironia e dal contrasto fra ridere e piangere. Come emblematico di questa prospettiva si può vedere infine il protagonista nel romanzo "Il Codice del Perelà" del 1911, espressione di un termine paradigmatico per l'opera di Palazzeschi: della leggerezza.
Il riso e l'allegria in Aldo Palazzeschi
GUARAGNELLA, Pasquale
2003-01-01
Abstract
Il contributo considera la poetica del riso nell'opera di Aldo Palazzeschi come quella di un autore, la cui sensibilità artistica è fondamentalmente diversa da quella di Filippo Tommaso Marinetti, ma dimostra comunque delle affinità con il futurismo. Nel suo manifesto "Il controdolore" (pubblicato nella rivista "Lacerba" il 15 gennaio 1914) Palazzeschi parla dell'arte del ridere con riferimento a Bergson, Pirandello e Freud, e della necessità di imparare a ridere su se stessi e sugli altri. Nei suoi racconti allegorici, che riprendono fra l'altro i personaggi del buffone e del gobbo, descrive la sua filosofia di vita, caratterizzata da autoironia e dal contrasto fra ridere e piangere. Come emblematico di questa prospettiva si può vedere infine il protagonista nel romanzo "Il Codice del Perelà" del 1911, espressione di un termine paradigmatico per l'opera di Palazzeschi: della leggerezza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.