Un’unica frase lunga 62 pagine con una punteggiatura priva di maiuscole rievoca un fatto di cronaca – la morte di un SDF – in Ce que j’appelle oubli (Minuit, 2011) di Laurent Mauvignier. Prendendo le distanze da considerazioni etico-sociologiche che compromettono gli esiti artistici con semplificazioni e stereotipi, l’articolo individua la dimensione archetipale della scrittura letteraria la cui complessità coglie le pieghe più nascoste e contraddittorie – per questo più autentiche – delle relazioni umane.

Uomini senza. Ce que j'appelle oubli di Laurent Mauvignier

MAJORANO, Matteo
2012-01-01

Abstract

Un’unica frase lunga 62 pagine con una punteggiatura priva di maiuscole rievoca un fatto di cronaca – la morte di un SDF – in Ce que j’appelle oubli (Minuit, 2011) di Laurent Mauvignier. Prendendo le distanze da considerazioni etico-sociologiche che compromettono gli esiti artistici con semplificazioni e stereotipi, l’articolo individua la dimensione archetipale della scrittura letteraria la cui complessità coglie le pieghe più nascoste e contraddittorie – per questo più autentiche – delle relazioni umane.
2012
978-88-904713-2-2
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