Una introduzione alla ristampa di alcuni studi di Pina Belli D’Elia (1934-2018) dedicati alla cattedrale di Troia, in occasione della pubblicazione di un volume miscellaneo sulla città garganica dal Medioevo all’Età moderna. Scopo di questo breve intervento è stato analizzare il contributo di una grande studiosa dell’arte dell’Italia meridionale in relazione ad uno dei più complessi edifici della Puglia Medievale ed alle preziose porte bronzee opere del fonditore beneventano Oderisio. Un percorso di studi avviato già nel 1980, in occasione della importante serie Civiltà e cultura in Puglia, dove alla studiosa era stato affidato il capitolo sul romanico della regione e, appena due anni prima, nel saggio Scultura pugliese di epoca sveva, presentato in occasione delle III Giornate di Studio organizzate da Angiola Maria Romanini alla Sapienza di Roma, dove era stato il monumentale rosone che orna la facciata ad essere oggetto di una approfondita analisi. Molti gli interventi presi in considerazione nell’ambito del dibattito critico storico-artistico degli ultimi cinquant’anni, contestualizzati in ricerche di più ampio respiro, che hanno accompagnato, come pochi altri monumenti, per l’intera vita gli interessi scientifici della studiosa.
Orgoglio civico e identità religiosa. Il contributo di Pina Belli D'Elia agli studi sulla Cattedrale di Troia
Luisa Derosa
2019-01-01
Abstract
Una introduzione alla ristampa di alcuni studi di Pina Belli D’Elia (1934-2018) dedicati alla cattedrale di Troia, in occasione della pubblicazione di un volume miscellaneo sulla città garganica dal Medioevo all’Età moderna. Scopo di questo breve intervento è stato analizzare il contributo di una grande studiosa dell’arte dell’Italia meridionale in relazione ad uno dei più complessi edifici della Puglia Medievale ed alle preziose porte bronzee opere del fonditore beneventano Oderisio. Un percorso di studi avviato già nel 1980, in occasione della importante serie Civiltà e cultura in Puglia, dove alla studiosa era stato affidato il capitolo sul romanico della regione e, appena due anni prima, nel saggio Scultura pugliese di epoca sveva, presentato in occasione delle III Giornate di Studio organizzate da Angiola Maria Romanini alla Sapienza di Roma, dove era stato il monumentale rosone che orna la facciata ad essere oggetto di una approfondita analisi. Molti gli interventi presi in considerazione nell’ambito del dibattito critico storico-artistico degli ultimi cinquant’anni, contestualizzati in ricerche di più ampio respiro, che hanno accompagnato, come pochi altri monumenti, per l’intera vita gli interessi scientifici della studiosa.File | Dimensione | Formato | |
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