I tre frammenti geografici oggi attribuiti correntemente a un tal Eraclide Critico non sono trasmessi insieme nella tradizione manoscritta e presentano importanti divergenze di stile e di contenuto. Sono stati considerati parti di una medesima opera perché, fino ai primi dell’Ottocento, erano stati tutti assegnati al filosofo peripatetico Dicearco di Messene, per ragioni diverse (tradizione manoscritta per due frammenti, congettura per il terzo). Caduta tale attribuzione, non è più stata rimessa in discussione l’appartenenza a uno stesso scritto. Il fatto che il fr. II e il fr. III si presentino in successione in un manoscritto di XIII secolo non è ragione sufficiente a dimostrarne la comune origine, tenuto conto della natura antologica del contenuto del codice. Dunque, a Eraclide Critico può al più essere ricondotto il fr. II, non gli altri due.
The three geographical fragments currently ascribed to an otherwise unknown Heraclides Criticus are not transmitted all together in manuscripts and show noteworthy differences in style and content. They are usually considered to be extracts from the same work because they had all been assigned to the peripatetic philosopher Dicaearchus of Messana’s geographical writings until the early nineteenth century, for different reasons (a manuscript witness for two fragments, a conjecture for the third one). Unfortunately, after this attribution was discarded, the belonging of the fragments to the same writing has not been questioned anymore. The fact that fr. II and fr. III are copied in sequence in a thirteenth century manuscript is not enough to prove their common origin, if we consider the anthological content of the codex. Thus, only fr. II may be ascribed to Heraclides, while the other two may not.
Che cosa ha davvero scritto Eraclide Critico?
Schiano Claudio
2020-01-01
Abstract
I tre frammenti geografici oggi attribuiti correntemente a un tal Eraclide Critico non sono trasmessi insieme nella tradizione manoscritta e presentano importanti divergenze di stile e di contenuto. Sono stati considerati parti di una medesima opera perché, fino ai primi dell’Ottocento, erano stati tutti assegnati al filosofo peripatetico Dicearco di Messene, per ragioni diverse (tradizione manoscritta per due frammenti, congettura per il terzo). Caduta tale attribuzione, non è più stata rimessa in discussione l’appartenenza a uno stesso scritto. Il fatto che il fr. II e il fr. III si presentino in successione in un manoscritto di XIII secolo non è ragione sufficiente a dimostrarne la comune origine, tenuto conto della natura antologica del contenuto del codice. Dunque, a Eraclide Critico può al più essere ricondotto il fr. II, non gli altri due.File | Dimensione | Formato | |
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