In quanti modi, oggi, si ripropone la “mortificazione”, il controllo e la subordinazione dei corpi e dei vissuti delle donne? Le discipline della famiglia pedagogica sono direttamente interpellate dalle vecchie e nuove violenze che mortificano i corpi e i desideri e che, così facendo, depredano una parte preziosa delle risorse cognitive e affettive di giovani e adulti e dell’intera collettività. In tal senso, il presente contributo intende tematizzare una offerta formativa – quella dei “Laboratori del corpo vissuto” – in cui l’attività autobiografica e riflessiva è rivolta a sollecitare e sostenere le donne in formazione verso pratiche rinnovate di cura sui. La dinamica laboratoriale agevola le partecipanti nel difficile compito di riconsiderare sotto una luce inedita i propri percorsi di soggettivazione incarnata. In tal modo, donne nei cui vissuti il “corpo proprio” rappresenta spesso l’emblema della svalutazione personale e, talora, della inferiorizzazione e della violazione trovano la possibilità di focalizzare e mettere in discussione lo stato di “disabilitazione” e di orientarsi verso la conquista di una percezione di sé, del proprio corpo e della propria sessualità rinnovate all’insegna della autodeterminazione esistenziale.
Raccontarsi nei "Laboratori del corpo vissuto"
Gallelli
2019-01-01
Abstract
In quanti modi, oggi, si ripropone la “mortificazione”, il controllo e la subordinazione dei corpi e dei vissuti delle donne? Le discipline della famiglia pedagogica sono direttamente interpellate dalle vecchie e nuove violenze che mortificano i corpi e i desideri e che, così facendo, depredano una parte preziosa delle risorse cognitive e affettive di giovani e adulti e dell’intera collettività. In tal senso, il presente contributo intende tematizzare una offerta formativa – quella dei “Laboratori del corpo vissuto” – in cui l’attività autobiografica e riflessiva è rivolta a sollecitare e sostenere le donne in formazione verso pratiche rinnovate di cura sui. La dinamica laboratoriale agevola le partecipanti nel difficile compito di riconsiderare sotto una luce inedita i propri percorsi di soggettivazione incarnata. In tal modo, donne nei cui vissuti il “corpo proprio” rappresenta spesso l’emblema della svalutazione personale e, talora, della inferiorizzazione e della violazione trovano la possibilità di focalizzare e mettere in discussione lo stato di “disabilitazione” e di orientarsi verso la conquista di una percezione di sé, del proprio corpo e della propria sessualità rinnovate all’insegna della autodeterminazione esistenziale.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Gallelli_Raccontarsi nei laboratori del corpo vissuto_in_Ulivieri_cur_Le donne si raccontano.pdf
non disponibili
Tipologia:
Documento in Post-print
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
295.39 kB
Formato
Adobe PDF
|
295.39 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.